Roma affossata dal carovita: stangata sui prodotti alimentari, ma non solo
Ottobre 2024 segna un record negativo per il costo della vita a Roma. Con l’indice comunale dei prezzi al consumo (Nic) salito a quota 120, vivere nella Capitale non è mai stato così costoso. I dati, pubblicati dal Comune, evidenziano un aumento continuo da gennaio, con una breve pausa ad agosto, in un contesto già segnato dall’avvicinarsi del Giubileo. Rispetto a ottobre 2023, l’incremento è dell’1,5%, un chiaro segnale dell’aggravarsi della situazione economica per i cittadini romani.
Roma colpita a morte dal carovita
Il settore alimentare subisce la stangata più evidente. Rispetto a settembre 2024, i prezzi di prodotti alimentari e bevande analcoliche sono aumentati dell’1,3%, mentre rispetto a ottobre 2023 l’aumento è del 2,9%. Tra i rincari più significativi si segnalano caffè, tè e cacao (+12% in un anno), vegetali (+7,1%) e frutta (+3,5%). Un semplice caffè al centro storico può arrivare a costare 4 euro, simbolo di un caro vita che colpisce tanto i residenti quanto i turisti.
Costi in salita a Roma, aumentano anche alimentari e bevande
Anche i costi legati alla ristorazione e all’ospitalità non sono da meno. Alberghi e ristoranti segnano un aumento del 4,6% rispetto allo scorso anno, con le strutture ricettive che registrano un +3,6% e il costo per pranzare fuori casa che sale del 3,1%. Parallelamente, le mense scolastiche subiscono un incremento del 22,7%, aggravando ulteriormente le spese per le famiglie.
Istruzione, sport e ricreazione: altri settori in crisi
L’istruzione, settore cruciale per le famiglie, segna un aumento del 2,1% su base mensile. Fare sport o partecipare a attività ricreative è ormai un lusso per molti: i servizi sportivi hanno subito un’impennata del 19,7% rispetto a ottobre 2023.
I dati positivi: rare eccezioni
Nonostante il quadro complessivo preoccupante, alcuni settori hanno registrato lievi diminuzioni. Le spese per l’abitazione, l’acqua, l’elettricità e i combustibili calano dello 0,2%, mentre i costi dei trasporti scendono del 2,3%, e le comunicazioni segnano un netto -5,5%. Tuttavia, queste riduzioni non bastano a bilanciare il peso complessivo del carovita.
Rincari e alta frequenza d’acquisto
La categoria dei beni a “alta frequenza d’acquisto” – che include alimentari, bevande, tabacchi, carburanti e servizi essenziali – è aumentata dell’1,6% in un anno. Questi beni rappresentano una spesa quotidiana imprescindibile per i cittadini, amplificando l’impatto delle difficoltà economiche sulle famiglie.
Prospettive cupe verso il Giubileo
Con l’avvicinarsi del Giubileo del 2025, la tendenza al rialzo dei prezzi sembra destinata a proseguire. Sindacati e associazioni di consumatori denunciano il rischio di ulteriori rincari, in particolare nei settori più esposti alla pressione turistica.