Roma, aggredisce a calci e pugni medici e infermieri del Pronto Soccorso: 42enne in manette

L'ingresso al pronto soccorso dell'ospedale Sandro Pertini di Roma

Roma, aggredisce a calci e pugni medici e infermieri del Pronto Soccorso: 42enne in manette. Nel pomeriggio del 2 gennaio, l’ospedale “Sandro Pertini” di Roma è stato teatro di un grave episodio di violenza che ha interrotto il regolare svolgimento delle attività sanitarie. Una donna di 42 anni, italiana e senza fissa dimora, ha aggredito il personale sanitario del pronto soccorso, costringendo le autorità a intervenire.

Calci e pugni contro il personale del Sandro Pertini di Roma

Secondo quanto riferito, la donna, visibilmente agitata, lamentava il mancato ricovero. In preda alla rabbia, avrebbe colpito con calci e pugni un’infermiera e un’operatrice socio-sanitaria in servizio. Le due vittime hanno riportato lesioni giudicate guaribili in sette giorni, un danno che ha ulteriormente aggravato una situazione già critica in un ambiente ospedaliero sotto pressione.

Carabinieri al Sandro Pertini di Roma

L’intervento dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma è stato rapido. Giunti sul posto, gli agenti hanno ricostruito l’accaduto e proceduto con l’arresto della 42enne. L’accusa è di interruzione di pubblico servizio e lesioni personali ai danni di personale sanitario, un reato particolarmente grave in considerazione della funzione pubblica svolta dalle vittime.

Questo episodio pone nuovamente l’attenzione sul problema della sicurezza negli ospedali e sulle difficoltà che il personale medico e paramedico affronta quotidianamente. Le aggressioni al personale sanitario non sono un fenomeno isolato, ma rappresentano un trend in aumento in diverse strutture ospedaliere italiane, specialmente nei pronto soccorso, dove i tempi di attesa e le tensioni emotive possono sfociare in episodi di violenza.

Roma, serve più sicurezza negli ospedali

Nonostante l’impegno delle autorità e degli operatori sanitari, la necessità di soluzioni concrete è sempre più urgente. Maggiori misure di sicurezza e protocolli più efficaci potrebbero contribuire a prevenire simili episodi, garantendo la tutela del personale e la continuità del servizio.

L’arresto della donna rappresenta un segnale forte contro atti di violenza nei confronti di chi si dedica alla cura degli altri, ma resta la consapevolezza che c’è ancora molto da fare per proteggere gli operatori in prima linea. L’episodio del “Sandro Pertini” è un triste promemoria della necessità di interventi strutturali per garantire un ambiente di lavoro sicuro e sereno.