Roma, aiutavano il clan Mazzaferro con frodi e autoriciclaggio: sequestrati beni per 7 milioni
Emissioni di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di documenti contabili, riciclaggio, autoriciclaggio, indebita percezione di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori. Per tutti questi motivi, dopo una lunga indagine portata avanti dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO), 25 persone sono finite sotto i ‘riflettori’: 7 in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 6 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra frodi, riciclaggio e autoriciclaggio nell’interesse di una ‘ndrina, associazione di stampo ‘ndranghetistico promossa dalla cosca Mazzaferro di Marina di Gioiosa Jonica in provincia di Reggio Calabria.
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Frodi carosello all’IVA
Il provvedimento, che è stato emesso dal G.I.P. del locale Tribunale, arriva dopo le lunghe e articolate indagini coordinate dalla D.D.A. ed eseguite dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (G.I.C.O.). Indagini che hanno permesso di ricostruire i vari tasselli e raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati e, in particolare, di alcuni imprenditori attivi nella Capitale nella commercializzazione di prodotti petroliferi (carburante per autoveicoli).
In particolare, il clan – stando alla ricostruzione dei finanzieri – avrebbe operato attraverso una pluralità di imprese affidate a soggetti prestanome, allo scopo di realizzare le cosiddette “frodi carosello” all’IVA. I proventi, quelli che derivavano dall’evasione fiscale venivano poi reinvestiti nello stesso settore economico, attraverso l’acquisizione di ulteriori distributori e depositi commerciali di carburanti. Un ‘modus’ operandi ben collaudato e un sistema architettato ad hoc.
Il sequestro
Oltre alle 25 persone ora gravemente indagate, è stato disposto anche il sequestro preventivo dei beni costituenti il profitto dei reati (quantificato in circa 7 milioni di euro) nei confronti di 5 società di capitali e 17 persone fisiche.