Roma, ‘arcipelago Casamonica’: estorsioni e pestaggi mortali, arrestati due esponenti del clan mafioso

Polizia

Forti del loro cognome si sentivano sempre più potenti, indistruttibili. Nessuno poteva ribellarsi e dire di no a un Casamonica: dovevano pagare. E anche tanto. E invece, nel 2019 è stata sporta una denuncia e gli agenti di Polizia hanno iniziato a indagare fino a quando questa mattina i poliziotti della squadra mobile di Roma e del Commissariato Romanina non hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Due uomini di 37 e 34 anni, entrambi appartenenti alla famiglia Casamonica, sono ora indiziati a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, truffa, tentata estorsione.

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‘Sono un Casamonica’, le continue estorsioni

Le indagini sono partite nel 2019, dopo una denuncia per un’estorsione perpetrata dal 37enne, appartenente alla famiglia Casamonica. Questo, però, ha permesso di documentare e mettere insieme i puzzle: non è stato l’unico episodio. Anzi, la Polizia ne ha ricostruiti almeno 10, tutti commessi insieme al 34enne, anche lui un Casamonica. E sempre con lo stesso modus operandi.

Le indagini, che hanno ruotato attorno all’associazione mafiosa ben radicata nella zona Appia-Tuscolana e con base operativa a Porta Furba, hanno permesso di accertare che la famiglia Casamonica era dedita a più attività criminali. Tra cessione di droga, usura, estorsione e intestazioni fittizie di beni e attività commerciali. Ma anche esercizio abusivo di attività finanziarie e reati in materia di armi. Una ‘squadra’ che va quasi a formare un ‘arcipelago‘, con vari componenti di altre famiglie collegate al clan mafioso. Insieme. E criminali.

Come agivano

Le indagini si sono concluse nel 2022 e oggi hanno portato all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, per i due uomini. A loro è stata contestata l’estorsione commessa avvalendosi della forza di intimidazione. Come a dire: “Siamo Casamonica, non potete ribellarvi“. Al 37enne, però, sono state contestate anche la truffa aggravata e l’usura perché con quel metodo mafioso ha commesso varie estorsioni nei confronti delle vittime. Con l’obiettivo di auto-riciclare i proventi delle proprie attività criminali.

Lui metteva in atto quelle estorsioni, poi diceva alle vittime che se non avessero pagato avrebbe agito. E lo avrebbe fatto con pestaggi, anche mortali. Ma non solo. Raccontava ai malcapitati che a loro carico c’erano anche provvedimenti giudiziari falsi, forse per spaventarli, intimorirli.

Il carcere per i due Casamonica

Estorsione di pari passo con l’usura, con il prestito di somme di denaro e tassi pari a circa il 30%. I proventi, poi, venivano riciclati, si procuravano ticket vincenti delle scommesse alle VLT, giocate da altri. E che erano, però, abbinati formalmente al codice fiscale del 37enne.

Stamattina l’ordinanza dopo quella lunga indagine che si è svolta con il coordinamento della procura della Repubblica di Roma. I due uomini, entrambi Casamonica, sono stati arrestati: per loro l’Autorità Giudiziaria ha chiesto il carcere.