Roma, arrestato per aver palpeggiato una ragazza, lui: “Non è vero, è brutta e cicciona”

La Procura di Roma, dove si è svolto il processo
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Roma, la scorsa settimana si trovava in tribunale per rispondere all’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, ma ora è stato arrestato per un nuovo episodio di violenza. D.F., 23 anni, è stato accusato di aver aggredito una giovane ragazza su un mezzo pubblico nei pressi di via Tiburtina. “Ma quale violenza sessuale! Io ho otto ragazze, e a me le bionde neanche piacciono. E poi lei è brutta è cicciona“, ha tentato di difendersi il giovane, che ha trascorso gran parte della sua vita tra comunità e case famiglia. Tuttavia, la sua giustificazione non ha convinto i giudici: l’arresto è stato convalidato e il ragazzo è stato trasferito in carcere.

Roma, arrestato con l’accusa di aver palpeggiato una ragazza

Nonostante i giudici avessero concesso gli arresti domiciliari, i genitori dell’indagato hanno dichiarato di non poterlo ospitare, ufficialmente per l’inagibilità della loro casa. Una decisione che ha contribuito a prolungare la permanenza del giovane in carcere.

L’avvocato difensore, Leonardo Rosa

Il suo avvocato difensore, Leonardo Rosa, da noi contattato, ci ha spiegato che il giovane a dicembre scorso, in un ulteriore processo per danneggiamento, è stato dichiarato totalmente incapace di intendere e volere. E che ora, questo nuovo processo, è stato rinviato al 23 settembre in attesa di una nuova perizia per accertare eventuali modifiche di questo stato. Secondo l’avvocato Rosa, il ragazzo sarebbe solo vittima di una patologia psichiatrica che se non adeguatamente curata con l’ausilio di appositi farmaci, genera escandescenze di questo tipo.

La richiesta di “Un bacio”

Secondo il racconto fornito dalla procura, D.F. si sarebbe avvicinato a una coetanea sul tram, chiedendole un bacio. Dopo il suo rifiuto, il giovane avrebbe reagito con violenza, immobilizzando la ragazza e palpeggiandola. Solo l’intervento fortuito di una sigaretta, caduta a terra durante l’aggressione, ha permesso alla vittima di liberarsi e scappare. Ancora scossa, la giovane ha denunciato l’accaduto alla polizia del commissariato di zona, che ha arrestato l’aggressore poche ore dopo.

La vita difficile, ma non solo

Durante l’udienza, D.F. ha raccontato la sua difficile vita: cresciuto nel quartiere popolare di Torrevecchia, con un padre ex detenuto ora capocantiere, ha vissuto esperienze traumatiche fin dall’infanzia. “Mi hanno sparato quando ero piccolo. Ho venduto droga e sono finito in una casa famiglia, poi in comunità a Parma, Palermo e Roma. Ho passato otto anni così”, ha spiegato.

Il giovane ha cercato di difendersi anche dalle accuse di dipendenza: “Non bevo, non uso crack, mi faccio solo le canne. Non ho fatto nulla di ciò di cui mi accusano”, ha dichiarato, sostenendo che la vittima non corrispondeva ai suoi gusti estetici. Tuttavia, né le sue parole né i tentativi di giustificazione hanno avuto effetto. Le accuse di violenza sessuale, unite ai precedenti penali, hanno pesato sulla decisione del giudice, che ha confermato l’arresto. Ora D.F. si trova in carcere in attesa di una perizia psichiatrica che potrebbe determinare il suo trasferimento in una struttura di cura.