Roma, attentato incendiario contro Terna: arrestato 51enne, in casa nascondeva altri esplosivi

Digos - polizia

Un’indagine scattata all’indomani di un attentato incendiario contro la sede della società Terna ha portato all’arresto, nella mattinata dell’11 dicembre, di un uomo di 51 anni trovato in possesso di materiale esplosivo. L’operazione, condotta dalla Digos di Roma e coordinata dalla Procura della Repubblica, è il risultato di un lungo lavoro investigativo che punta a far luce sull’attivismo anarchico insurrezionale nella Capitale.

L’attentato e la rivendicazione

Tutto è iniziato a Roma, nella notte del 2 novembre 2023, quando un gruppo di individui con il volto coperto ha preso di mira la sede di Terna, società chiave nel settore della transizione energetica, in  Viale Egidio Galban, nel III Municipio. Gli aggressori hanno mandato in frantumi le vetrate dell’edificio lanciando pietre e incendiando alcuni pneumatici, un gesto plateale che ha acceso i riflettori su un’azione apparentemente organizzata.

Pochi giorni dopo, il movimento anarchico ha pubblicato online una rivendicazione dell’azione, inserendo l’episodio all’interno delle proteste contro aziende coinvolte nell’indotto bellico e in solidarietà con militanti sotto processo per reati contro lo Stato.

Le perquisizioni e l’arresto

Gli investigatori della Digos hanno stretto il cerchio su due esponenti di spicco del movimento anarchico romano, ottenendo dalla Procura un decreto di perquisizione per le loro abitazioni. La mattina dell’11 dicembre, durante i controlli, gli agenti hanno trovato materiale sospetto di grande rilievo investigativo.

A casa di uno dei due, il ritrovamento più inquietante: tre ordigni artigianali, privi di etichettatura e pronti all’uso. Un elemento sufficiente per procedere con l’arresto immediato del 51enne, accusato di detenzione illegale di esplosivi e trasferito nel carcere di Regina Coeli.

Un’indagine che non si ferma

L’arresto rappresenta solo una tappa di un’indagine più ampia, che punta a individuare tutti i responsabili dietro l’attacco alla società energetica e a monitorare l’evoluzione delle mobilitazioni anarchiche sul territorio nazionale. Una vicenda che riaccende il dibattito sulla sicurezza e sulla necessità di tenere alta l’attenzione contro forme di protesta violenta e atti intimidatori.