Roma azzittisce La Stampa: sciopero e niente firme
Da Roma non ci muoviamo e La Stampa non va in edicola. Sorpresa stamane per chi legge abitualmente il quotidiano di Torino. Sciopero improvviso e di due giorni per la prestigiosa testata che dal prossimo 3 marzo cambierà veste. Il direttore Maurizio Molinari (nella foto) ha i giornalisti contro di lui.
La Stampa, nelle intenzioni di proprietà e direzione, dovrebbe essere come sempre ogni giorno nelle edicole italiane, con un prodotto più curato e più snello (da 40 a 32 pagine). Ma con molta più attenzione dei contenuti digitali, con la volontà dichiarata di aumentare il flusso di notizie dalle sette di mattina all’una di notte.
“Stampa” piu digitale
Nel linguaggio delle nuove tecnologie e messo nero su bianco nel piano illustrati ai giornalisti, la nuova Stampa digital first avrà desk carta e web integrati e dividerà il lavoro giornalistico in Hard News, Soft News e Sport.
Alcuni degli storici allegati del quotidiano, come TuttoScienze, TuttiGusti, TuttoSoldi, diventeranno canali verticali sul sito, mentre TuttoLibri, TuttoSalute, Motori e Torino7 resteranno di carta.
A Roma rimarranno soltanto la politica, l’economia e il Vaticano, con trasferimento a Torino di sette redattori. E qui cominciano i dolori.
Nella sede centrale, i redattori scomporranno la giornata in due mega turni con quaranta giornalisti circa a testa. Ci saranno quattro riunioni di redazione per decidere come coprire giornalisticamente i fatti del giorno. Questo sia per il quotidiano di carta e, dal Big bang in poi, innanzitutto per il web.
Arriva anche lo sciopero della firma
La denuncia è mirata: “La mancata comunicazione ai singoli, la mancanza di un confronto sulle problematiche personali e professionali, rappresentano un fatto unico nella storia di un giornale come La Stampa”. La nota ricorda che la testata “ha messo sempre al centro della produzione del giornale i suoi giornalisti, le loro doti e capacità professionali e umane”.
L’azienda nell’incontro col Cdr ha ribadito di essere interessata a “perseguire la strada dei prepensionamenti (il che vuol dire niente straordinari), di voler compensare tutte le domeniche pagandole solamente al 55% e più in generale di voler introdurre ulteriori misure per il contenimento dei costi, ipotesi più volte respinte dalla redazione”.
Di qui la decisione dell’agitazione proclamata dai giornalisti. Per questi motivi l’assemblea ha respinto il piano prospettato dal direttore Maurizio Molinari. Immediate le due giornate di sciopero nell’ambito di un pacchetto complessivo di cinque. Contestualmente, dalla giornata di domani, il cdr “annuncia lo sciopero delle firme a tempo indeterminato sia sulla carta sia sul web”.