Roma, bimba di 3 anni rischia di annegare durante la lezione di nuoto: l’istruttore era assente

Bimba in piscina
Contenuti dell'articolo

Momenti di terrore per una mamma, che ieri ha temuto di perdere Isabel, la sua bambina di appena 3 anni, durante quella che doveva essere una normale lezione di nuoto in piscina, in un centro sportivo vicino casa, a Roma, in zona Centocelle. A raccontare l’accaduto è proprio la donna, ancora in stato di shock per l’accaduto.

“È andata sott’acqua e l’istruttore non c’era”

Ieri pomeriggio nel centro sportivo di Centocelle si è sfiorata la tragedia. Nello stesso quartiere in cui, solo un anno e mezzo fa, il 28 maggio 2023, il piccolo Adamo-Malik, anche lui di 3 anni, era morto annegato in un’altra piscina, mentre si trovava con la mamma e altre persone della comunità ivoriana per una festa. Marika trema, nel raccontare la scena a cui ha assistito, insieme a tante altre mamme, dal vetro che separa gli spalti dalla piscina.

Ho visto mia figlia sparire sott’acqua. Tutti i bambini erano nella prima corsia. Si sarebbero dovuti tenere al bordo della vasca, ma lei ha lasciato le manine proprio quando sembrava non toccare con i piedini. Ed è andata giù, perché non aveva i braccioli e non stava dove l’acqua è più bassa. In quel momento non c’era l’istruttore: il capo vasca, che doveva essere lì presente, si era assentato”.

Il panico in piscina

Marika è andata nel panico e con lei le altre mamme. Tutte insieme hanno iniziato a battere sul vetro, per attirare l’attenzione di chi stava all’interno della piscina. “Ho visto che mia figlia stava giù”, racconta Marika, “Ero disperata e continuavo a battere sul vetro insieme alle altre mamme“. I colpi dati con violenza hanno fatto capire che c’era qualcosa che non andava e, finalmente, qualcuno ha guardato in direzione delle mamme. “Abbiamo indicato verso mia figlia. L’hanno vista e l’hanno presa subito”.

La rabbia della mamma: “Non si sono neanche scusati”

Marika, dopo aver visto che Isabel era stata tratta in salvo, ha tratto un sospiro di sollievo. E ha contattato il titolare della struttura, per chiedere spiegazioni. Ma l’uomo ha “tranquillizzato” Marika. “Mi ha detto che non c’erano stati rischi, che non era una tragedia, quello che era successo. Non si è neanche scusato, nonostante sia io che le altre mamme ci stessimo sentendo male per lo shock. Mi aspettavo che mi rassicurasse dicendomi che una cosa simile non sarebbe più successa, invece ha minimizzato l’accaduto“.

Marika ha poi discusso con il capo vasca, al quale ha chiesto spiegazioni sul fatto che si fosse assentato. “Mi ha detto che l’acqua misura 40 centimetri e i bimbi non possono affogare. Ma i bambini, in realtà, possono annegare anche in pochi centimetri. E lì dove era mia figlia era più alta. Del resto, lui era assente, come può affermare dove fosse esattamente? Poi lui mi ha detto che tutto è durato pochi secondi. Ma il tempo trascorso tra quando abbiamo battuto nel vetro e quando hanno tirato fuori mia figlia è stato molto di più di pochi secondi. Saranno stati almeno 30 o 40 secondi che, secondo me, sono tanti, per una bambina di 3 anni sott’acqua. E invece lui, al posto di scusarsi, mi ha risposto che per affogare servono almeno due minuti. E allora la dovevo lasciare morire, per avere le sue scuse per averla messa in pericolo?”

Mamme preoccupate

Alla rabbia di Marika fa eco la preoccupazione delle altre mamme che hanno assistito alla scena. Anche se tutto si è concluso bene e Isabel è tornata a casa senza rendersi conto del pericolo corso, non è così per gli adulti. “Adesso, ogni volta che porteremo i nostri figli alle lezioni staremo con l’ansia e con gli occhi aperti, molto più di prima. Non potremo distrarci neanche un attimo, perché sappiamo che potrebbe succedere quello che è successo ieri. Ma magari con un finale diverso. E queste sono cose che non devono accadere, non in una piscina seria”.