Roma, bimbo di 4 anni grave e non operabile salvato grazie a una tecnica innovativa al Bambino Gesù

Intervento cavernoma su bimbo 4 anni al Bambino Gesù di Roma
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Un bambino di soli 4 anni, affetto da una rara e grave patologia epatica, ha ricevuto una nuova possibilità di vita grazie a un intervento di radiologia interventistica mai sperimentato prima in questi casi. La procedura, realizzata con successo da un team di esperti dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha dimostrato come la tecnologia medica possa superare i limiti della chirurgia tradizionale.

Il piccolo paziente, in cura al Bambino Gesù di Roma, soffriva di una grave ipertensione portale causata da una trombosi neonatale della vena porta, che aveva generato un cavernoma, una condizione potenzialmente letale. Grazie a un intervento mininvasivo durato diverse ore, i medici sono riusciti a riaprire la vena ostruita e a ripristinare il normale flusso sanguigno verso il fegato.

Tecnologia mininvasiva: una svolta per i bambini non operabili

La tecnica utilizzata, la ricanalizzazione portale percutanea, rappresenta una svolta per i bambini che non possono sottoporsi a interventi chirurgici. «Questa metodica, già impiegata nei pazienti pediatrici trapiantati, ha dimostrato di essere sicura ed efficace anche su fegati nativi, in casi selezionati – spiega Paolo Marra, responsabile della Radiologia Interventistica del Papa Giovanni XXIII – A Bergamo abbiamo già trattato con successo dieci casi, offrendo una soluzione meno invasiva ma altrettanto efficace rispetto alla chirurgia tradizionale».

Collaborazione tra eccellenze: Bergamo e Roma uniscono le forze

Questo intervento è il risultato di una sinergia tra due dei centri più avanzati d’Italia nel trattamento delle malattie epatiche pediatriche. L’ASST Papa Giovanni XXIII, leader europeo nei trapianti di fegato, e il Bambino Gesù, uno dei più grandi poli pediatrici in Europa, hanno unito competenze e risorse per offrire una speranza concreta a bambini in condizioni critiche.

Gian Luigi Natali, direttore della Radiologia Diagnostica e Interventistica del Bambino Gesù, sottolinea l’importanza dell’innovazione: «Questi interventi rappresentano una realtà sempre più consolidata per la radiologia interventistica pediatrica. Grazie alla collaborazione con il Dr. Marra e il team di Bergamo, possiamo offrire nuove opportunità di cura a piccoli pazienti affetti da cavernoma portale».

Un impatto su scala nazionale e oltre

La tecnica ha già mostrato risultati promettenti: il 45% dei bambini non operabili chirurgicamente potrebbe trarne beneficio, con percentuali che i ricercatori prevedono in aumento. Il prossimo obiettivo è ampliare l’accesso a questa metodica innovativa in tutto il Paese, migliorando la qualità di vita dei pazienti e riducendo i costi per il sistema sanitario.

Francesco Locati, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII, sottolinea il valore di questa rete tra ospedali: «Mettere insieme competenze mediche e tecnologiche ci permette di offrire terapie uniche a bambini affetti da malattie rare del fegato. Questa collaborazione è un esempio di eccellenza a livello nazionale e internazionale».

Anche il presidente del Bambino Gesù, Tiziano Onesti, esprime soddisfazione: «Portare innovazione terapeutica ai pazienti che fino a ieri non avevano opzioni è il cuore del nostro lavoro. Il successo di questa collaborazione ci spinge a guardare avanti, verso traguardi ancora più ambiziosi».

Un futuro di speranza per i bambini con patologie rare

Il caso del piccolo paziente, dimesso pochi giorni dopo l’intervento, dimostra che il futuro della medicina pediatrica passa per tecnologie sempre più avanzate e un approccio multidisciplinare. La ricerca continua e il lavoro congiunto tra centri di eccellenza rappresentano il vero motore del cambiamento. Con interventi come questo, la speranza per molti bambini e famiglie si trasforma in realtà.