Roma, blitz a Tor Bella Monaca: droga e soldi anche nella lavatrice, 10 arresti
Nascondevano la droga e i soldi ovunque, anche nella lavatrice, insieme ai panni sporchi. Maxi operazione antidroga nella notte di oggi, giovedì 5 settembre, a Roma, nel quartiere Tor Bella Monaca, dove gli agenti della Guardia di Finanza hanno sequestrato oltre 150 kg di droga e armi da guerra. In manette anche i gestori delle piazze di spaccio.
Un’importante operazione antidroga è stata condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). L’azione, svolta con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e in collaborazione con la Drug Enforcement Administration (DEA) americana, ha portato all’arresto di 10 persone, di cui 8 tradotte in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 1 sottoposta all’obbligo di firma.
Le indagini
L’indagine, avviata nel quartiere di Tor Bella Monaca, ha svelato una complessa organizzazione criminale dedita al traffico di droga, oltre che alla produzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Le accuse mosse nei confronti degli indagati includono anche il possesso illegale di armi, documenti falsi, sostituzione di persona e furto di energia elettrica. L’organizzazione operava con una struttura stabile, fornendo ingenti quantitativi di stupefacenti e utilizzando metodi violenti per mantenere il controllo sulle piazze di spaccio.
Sequestrati 150 chili di droga
Durante l’operazione, le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre 72 kg di cocaina, provenienti dall’Ecuador e intercettati al porto di Civitavecchia, una piantagione di marijuana nascosta in una villa nella provincia romana e più di 50 kg di hashish “polline” acquistati dalla Spagna. Sono stati, inoltre, documentati episodi di cessione “all’ingrosso” di circa 30 kg di marijuana. La droga e soldi ricavati erano nascosta ovunque, persino all’interno di una lavatrice. Le mazzette di denaro erano legate con un elastico e riportavano foglietti di carta che identificano il quantitativo.
L’inchiesta ha anche rivelato che il gruppo aveva accesso ad armi pesanti, inclusi fucili a pompa e kalashnikov, utilizzati per proteggere le loro attività e fronteggiare le fazioni rivali.