Roma, Centro Servizi al Prenestino congelato da Raggi e Gualtieri, il Tribunale: “Solo altri 3 mesi per il via”

Roma, la maxi lottizzazione denominata Centro Servizi Prenestino nel quartiere Quarticciolo congelata da Raggi e Gualtieri, il Tribunale: “Solo altri 3 mesi per il via”, c’è tempo fino al prossimo 30 giugno. Nel cuore della periferia orientale della Capitale, il Centro Servizi Prenestino avrebbe dovuto rappresentare un’importante operazione di riqualificazione urbana. Ci troviamo nell’area urbana ricompresa tra l’ITIS Giorgi, viale Togliatti, via Prenestina e il comprensorio Prampolini. Tuttavia, il progetto è rimasto per anni impantanato tra lungaggini burocratiche e ritardi amministrativi, senza mai vedere la luce. Il via libera era stato varato dalla Giunta regionale guidata dalla ex Governatrice Renata Polverini nel luglio 2010.
Roma, quell’area del Prenestino in attesa di riqualificazione
L’area è ancora oggi incompleta e disfunzionale, nonostante le promesse di una rigenerazione urbana complessiva. Il nuovo centro servizi privati, previsto dal piano, includeva palazzi residenziali, parcheggi, spazi pubblici e una riorganizzazione della viabilità. Ma tutto è rimasto fermo per decisioni amministrative assunte durante le giunte di Virginia Raggi e Roberto Gualtieri. Nel 2023, è subentrato il Commissario nominato dal Tribunale, imposto all’Amministrazione dalle aziende promotrici, ma il progetto è ancora in stallo. Si parla tanto di recupero e riqualificazione del Quarticciolo, ma poi i progetti restano poi spesso per decenni chiusi nei cassetti.

Il valore storico-archeologico di quell’area periferica di Roma
Le indagini archeologiche condotte durante la fase preliminare del cantiere hanno portato alla scoperta di una villa romana e altri reperti storici. Per questo motivo, il piano ha dovuto subire una variante urbanistica che ne prevedesse la tutela. L’idea era quella di integrare la memoria storica del luogo nel nuovo assetto urbanistico, mantenendo una permeabilità tra le aree verdi e introducendo elementi paesaggistici che valorizzassero il patrimonio archeologico. A questa modifica si è aggiunta la proposta di un polo tecnico-didattico legato al Teatro dell’Opera di Roma, destinato a dare un’identità culturale all’intero intervento.
L’impasse amministrativa
Nonostante il progetto fosse già in fase avanzata, Roma ha mantenuto un silenzio assordante sulla richiesta di approvazione della variante urbanistica. L’impresa proponente, Impreme Sud S.r.l., ha più volte sollecitato l’amministrazione a concludere l’iter burocratico, ma senza successo. Di fronte all’immobilismo del Campidoglio, la società ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio per ottenere una pronuncia sulla legittimità del ritardo accumulato.
La decisione del Tar
Il Tar del Lazio, con un’ordinanza recente, ha riconosciuto la necessità di sbloccare la situazione. Pur concedendo una proroga al commissario ad acta incaricato di portare avanti l’iter, il Tribunale ha fissato un termine tassativo: il progetto dovrà essere completato entro il 30 giugno 2025. La decisione arriva dopo che, lo scorso ottobre, il Dipartimento per il ciclo dei rifiuti aveva emesso una determinazione di esclusione dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), facilitando l’iter di approvazione.
Le prospettive future
Con la scadenza imposta dal Tar, il Centro Servizi Prenestino potrebbe vedere la luce. Tuttavia, restano dubbi sulle tempistiche e sulla reale volontà politica di accelerare il completamento dell’opera. Se l’amministrazione non agirà in modo tempestivo, il rischio è che l’ennesimo progetto di riqualificazione urbana rimanga intrappolato nei meandri della burocrazia, lasciando un’area strategica della città nell’abbandono e nell’incompiutezza.
