Roma, cimitero di secchioni in strada: a chi conviene il “business” dei cassonetti rotti?
Roma, cimitero di secchioni Ama in strada: a chi conviene il “business” dei cassonetti rotti? La Capitale si trova ad affrontare un’emergenza sempre più visibile nelle strade. Centinaia di nuovi cassonetti stradali per i rifiuti indifferenziati acquistati e installati da AMA S.p.A. per sostituire i vecchi contenitori appaiono ogni giorno danneggiati. Ammaccati. A volte addirittura ribaltati. La vicenda è stata lanciata circa tre settimane fa sul profilo X dei ‘Lavoratori Ama,. I lavoratori definiscono i cassonetti vittime di una vera e propria ‘mattanza‘, così scrivono. Al momento, questi cassonetti stradali danneggiati vengono ‘parcheggiati‘ in una sorta di ‘cimitero‘ improvvisato situato in zona Roma est, a Cinecittà.
Roma, ecco il cimitero dei ‘secchioni’ in strada
La vicenda è stata poi ripresa e rilanciata anche in tv dall’associazione LILA (Laboratorio Idee Lavoratori per l’Ambiente). Il problema è diffuso in tutta la città e interessa circa cinquanta/settanta cassonetti al giorno. Infine, è divenuta oggetto, quest’oggi 13 novembre, anche di una interrogazione del consigliere capitolino Fabrizio Santori.
Roma, incompatibilità nuovi cassonetti – mezzi Ama?
L’inchiesta è stata resa pubblica anche nel programma televisivo “Roma di sera – la voce della Capitale” su Radio Roma News. Inchiesta che ha evidenziato come il danno ai cassonetti sembri provenire dall’alto. Rendendo improbabile l’ipotesi di atti vandalici. Si sospetta invece un errore di compatibilità con i mezzi compattatori impiegati per il loro svuotamento.
A chi conviene il “business” dei cassonetti rotti?
La scelta di sostituire i vecchi cassonetti in plastica con nuovi contenitori in ferro è stata pensata dalla Giunta Gualtieri per rendere più efficiente la raccolta e gestire meglio i rifiuti in città. Tuttavia, questi contenitori, più robusti e pesanti, sono oggi spesso ridotti a rottami lungo le strade, al punto che alcune aree somigliano a veri e propri “cimiteri di secchioni”. I nuovi mezzi compattatori di AMA, che dovrebbero garantire uno svuotamento efficiente, sembrano invece danneggiarli ulteriormente, costringendo spesso l’azienda a rivolgersi a ditte esterne per riposizionare i cassonetti ribaltati. Questo servizio aggiuntivo, affidato a imprese private, rappresenta un costo significativo, che si dice possa addirittura superare il valore dei cassonetti stessi.
Cittadini e lavoratori Ama in strada
L’associazione LILA ha documentato la situazione con foto e video, mostrando chiaramente i danni. Secondo i rappresentanti, l’ipotesi di un’azione vandalica è poco plausibile: la forza necessaria a ribaltare e ammaccare pesanti cassonetti in ferro è considerevole, suggerendo che il problema risieda proprio nell’uso dei nuovi mezzi compattatori. Se questa ipotesi fosse confermata, sorgerebbero importanti interrogativi sulla gestione e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. L’acquisto sia dei nuovi mezzi sia dei cassonetti ha richiesto ingenti spese per l’amministrazione comunale, e un errore di valutazione di tale portata potrebbe configurare un danno erariale.
L’interrogazione di Fabrizio Santori, solleva il caso a livello istituzionale
In Aula Giulio Cesare è intervenuto Fabrizio Santori, capogruppo della Lega, chiedendo che il sindaco e l’assessore competente facciano chiarezza e promuovano verifiche dettagliate sulla questione. In particolare, Santori ha sottolineato l’importanza di appurare i costi complessivi legati all’acquisto dei mezzi e dei cassonetti, nonché il costo degli interventi delle ditte private per rimettere i contenitori in posizione. Questi danni, se attribuibili a una scelta errata di mezzi non compatibili con i nuovi cassonetti, solleverebbero infatti questioni di responsabilità amministrativa e contabile per un potenziale spreco di denaro pubblico.
La vicenda solleva un problema che va ben oltre il danno visibile: l’apparente assenza di controlli preventivi adeguati, che avrebbero potuto evitare incompatibilità tra i nuovi mezzi compattatori e i cassonetti stessi. Santori ha espresso preoccupazione per l’eventualità che siano stati “dimenticati” test essenziali per garantire la funzionalità delle nuove attrezzature, test che avrebbero potuto evitare i danni e i costi aggiuntivi. Se la mancanza di verifiche preliminari fosse confermata, il Comune di Roma potrebbe dover rispondere di una significativa perdita economica causata da scelte tecniche e amministrative poco oculate.
Intanto, le immagini dei cassonetti danneggiati continuano a circolare tra i cittadini, diventando un simbolo del degrado urbano e dell’apparente disorganizzazione nella gestione dei rifiuti. La situazione ha sollevato critiche non solo per lo spreco economico, ma anche per l’impatto sull’immagine della città. Roma, simbolo di bellezza e storia, si trova oggi a fare i conti con una situazione che rappresenta un’ulteriore sfida per l’amministrazione e per AMA.