Roma, Comune sbugiardato sui tavoli in strada dell’hotel a Roma centro, il Tar: “Nessuna ciclabile transitoria”

Roma, il Tar del Lazio ha smontato la ‘narrazione‘ dell’amministrazione, Gualtieri in Campidoglio e Lorenza Bonaccorsi nel Municipio I, sulla presunta realizzazione di una pista ciclabile transitoria in via del Traforo la cui realizzazione sarebbe ostacolata dai tavoli esterni di un noto hotel. All’Hotel Campidoglio e Municipio ha chiesto di sloggiare entro e non oltre 7 giorni, a metà febbraio scorso. Parliamo di una struttura ricettiva a quattro stelle attiva nella città eterna con due sedi a piazza di Spagna e Fontana di Trevi. Parte integrante della celebre catena di Hotel R. T. che proprio su via del Traforo ha installato nel 2021, durante il Covid, questi tavolini esterni utilizzati quotidianamente dai clienti.
Caporetto per il Campidoglio contro l’hotel di lusso a Roma centro
I giudici hanno stabilito la piena vittoria della società ricorrente, la R. B. Hotel S.r.l. e stabilito che “Il ricorso presentato dall’avvocato dall’avv. Andrea Ippoliti del foro di Roma, esperto in materia di commercio – così si legge nella sentenza – è palesemente fondato e può pertanto essere definito con sentenza in forma semplificata“. Ma anche che “sono state violate (dal Comune di Roma, ndr) – spiegano sempre i giudici – le garanzie procedimentali della società ricorrente. In quanto nel preavviso di rigetto inviato alla società ricorrente, Roma ha fatto esclusivo riferimento alla presenza di stalli di sosta per motocicli. E non alla sussistenza in loco di una pista ciclabile (la cui realizzazione è altresì divenuta “indifferibile” solo all’attualità”.

Questa sentenza è la terza pubblicata negli ultimi giorni dal Tar del Lazio che sembra mettere in discussione la gestione degli spazi pubblici e le politiche adottate dall’amministrazione Gualtieri in materia di occupazione del suolo pubblico di tavoli esterni di bar, ristoranti e hotel.
Schiaffi su schiaffi (politico-giudiziari) sui tavoli esterni di bar e ristoranti
Nei giorni scorsi, difatti, la Giunta Gualtieri aveva già preso altri due sonori ‘schiaffi’, sempre dai giudici amministrativi, in materia di tavoli esterni di bar e ristoranti in centro. Uno per dei tavolini di un ristorante di Prati. L’altro per dei tavolini di un ristorante situato a due passi dal Vaticano. In questo terzo caso è coinvolta, certo, una nota e stimata catena di Hotel di lusso. Quindi sono coinvolti in questa vicenda, almeno in senso istituzionale, oltre alla presidente del Municipio I, il sindaco Roberto Gualtieri e Eugenio Patanè, assessore alla Mobilità (per la presunta ciclabile transitoria e gli stalli).
Ma anche forse Alessandro Onorato, assessore a Sport e Turismo di Roma che ha trasformato i buoni rapporti con gli hotel in un vanto politico. Onorato – così si vocifera in Campidoglio – sarebbe intenzionato a fare le scarpe in senso politico proprio all’attuale primo cittadino. Per candidarsi in prima persona alle prossime elezioni della primavera 2027 contro di lui. Ammesso e non concesso, ovviamente, che il resto della coalizione progressista sia disposta a sostenerlo nel suo ‘cammino politico-elettorale‘ anti-Gualtieri.
Il caso: il rigetto dell’occupazione Covid a Roma
Tornando al cuore della controversia giudiziaria, essa nasce dal respingimento, da parte del Comune di Roma, della richiesta di mantenere l’occupazione del suolo pubblico (Osp) emergenziale Covid concessa alla società collegata all’hotel sin dal 2021.
La decisione di Roma Capitale, formalizzata nella Determinazione Dirigenziale del 5 febbraio 2025, era motivata dal fatto che l’area destinata ai tavoli esterni dell’hotel fosse situata su stalli di sosta riservati ai motocicli. E, soprattutto, che interferisse con la realizzazione della cosiddetta “pista ciclabile transitoria” prevista nel 2021 dall’ex sindaca Virginia Raggi, un’opera che non ha mai più visto la luce.
La sentenza del Tar: errori e incongruenze dell’amministrazione Gualtieri
Il Tribunale ha rilevato che l’occupazione degli stalli per motocicli non viola il Codice della Strada, il quale non prevede espressamente divieti in tal senso. Inoltre, ha sottolineato che l’amministrazione non ha fornito alcuna prova concreta dell’effettiva esistenza di una pista ciclabile transitoria nell’area contestata. Anzi, la giustificazione addotta dal Comune è apparsa tardiva e pretestuosa.
La sentenza ha dunque annullato il provvedimento impugnato. Stabilendo che l’hotel può mantenere l’occupazione del suolo pubblico e condannando Roma Capitale al pagamento delle spese legali, pari a 2.000 euro, in favore della parte ricorrente.
Le implicazioni della decisione per Roma
La pronuncia del Tar rappresenta un altro duro colpo per l’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Gualtieri. Il caso di via del Traforo evidenzia come, in alcuni casi, la giustificazione della mobilità sostenibile possa essere stata utilizzata in modo strumentale. Senza un’adeguata pianificazione e senza il rispetto delle procedure amministrative.
La decisione, inoltre, solleva interrogativi più ampi sulla gestione delle Osp emergenziali concesse durante la pandemia. Molte attività commerciali, in particolare ristoranti e hotel, hanno investito risorse significative per adeguare gli spazi esterni alle normative anti-Covid. Confidando nella possibilità di mantenerli nel tempo. Il caso del R. B. Hotel dimostra come la revoca di tali concessioni non possa avvenire in modo arbitrario, senza un’attenta valutazione delle reali condizioni del contesto urbano.
Il precedente che potrebbe influenzare altri ricorsi
Questa sentenza potrebbe avere ripercussioni su altri contenziosi simili in corso nella Capitale. Molte attività, infatti, hanno visto respinte le proprie richieste di mantenimento delle Osp con motivazioni analoghe a quelle contestate in questo caso.
Il verdetto del Tar potrebbe spingere altri esercenti a impugnare i provvedimenti del Comune, facendo emergere eventuali altre discrepanze nelle decisioni amministrative. Per ora, del resto il Tribunale ha parlato chiaro: a Via del Traforo non esiste nessuna pista ciclabile transitoria e il Comune ha sbagliato.
Un verdetto che suona come una sonora bocciatura per la gestione capitolina degli spazi pubblici. Il Comune di Roma, ovviamente, ha facoltà di presentare un ricorso in secondo grado contro questa sentenza del tar. Presto sapremo se Gualtieri e Onorato intenderanno procedere in tal senso.