Roma, confiscate 3 ville al boss calabrese: aveva ‘tentacoli’ anche ai Castelli Romani
Roma, confiscate 3 ville al boss calabrese: aveva ‘tentacoli’ anche ai Castelli Romani. Le forze dell’ordine hanno inferto un nuovo colpo alla criminalità organizzata con la confisca di beni per oltre 160.000 euro, riconducibili a un esponente di spicco della ‘ndrangheta. Gli agenti della Divisione Anticrimine della Polizia di Stato, in seguito a un’indagine durata tre anni, hanno eseguito il provvedimento di confisca definitiva di tre ville situate a Gioia Tauro, nonché di disponibilità finanziarie e oggetti di valore, come due zanne di avorio elefantino. Il provvedimento è stato confermato dalla Corte d’Appello di Roma il 9 maggio 2024, segnando un importante passo nella lotta alla mafia.
Roma, confiscate 3 ville al boss calabrese
L’operazione, denominata “Ragnatela“, ha smantellato una rete criminale che aveva esteso i propri affari anche nella zona dei Castelli Romani. Il boss calabrese, legato a una potente famiglia di Gioia Tauro e parente di Rocco Molè, assassinato nel 2008, aveva investito i proventi di attività illecite, tra cui bancarotta fraudolenta e intestazioni fittizie di beni, in immobili e altre risorse. La sua attività economica appariva sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati, evidenziando chiaramente l’origine illecita dei suoi averi.
Aveva ‘tentacoli’ anche ai Castelli Romani
L’indagine non si è limitata al solo boss calabrese, ma ha coinvolto anche un altro soggetto romano, attivo da decenni nell’usura e nel riciclaggio di denaro per conto della ‘ndrangheta, della Camorra e della Cosa Nostra. Questo collegamento dimostra come la criminalità organizzata abbia consolidato un sistema complesso e interconnesso a livello nazionale, con ramificazioni profonde anche in territori lontani dalla Calabria, come Roma e i Castelli Romani.
Il sequestro dei beni
Il Tribunale di Roma aveva già ordinato il sequestro dei beni nel 2021, su proposta del Questore di Roma, in base alla normativa antimafia. La confisca definitiva, avvenuta a settembre 2024, ha certificato l’appartenenza di questi beni alla rete criminale, portando alla loro acquisizione da parte dello Stato.
L’operazione rappresenta non solo un colpo alle finanze della mafia, ma anche un simbolo della vittoria dello Stato contro il controllo criminale del territorio. Le ville confiscate, così come le altre risorse, saranno restituite alla collettività, privando le cosche di beni che da tempo costituivano simboli del loro potere illecito nella fascia tirrenica calabrese.