Roma, coppia gay aggredita a calci e pugni da 10 persone a Capodanno: la denuncia

Due persone gay che si tengono per mano
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Roma, coppia gay aggredita a calci e pugni da 10 persone a Capodanno: la denuncia. Una brutale aggressione omofoba ha sconvolto la capitale durante i festeggiamenti di Capodanno. Una coppia gay, mentre tornava a casa tenendosi per mano, è stata attaccata da un gruppo di dieci persone che ha scatenato violenza fisica e verbale nei loro confronti. L’episodio è avvenuto nella zona Malatesta e ha lasciato segni profondi, non solo fisici, ma anche emotivi, alle due vittime.

Roma, calci e pugni a coppia gay

L’associazione Gaynet, che ha supportato i due giovani nella denuncia, ha reso noti i dettagli dell’accaduto. Intorno all’una di notte, il gruppo di aggressori ha iniziato a insultare i ragazzi, prendendoli di mira per il semplice fatto di essere una coppia omosessuale. In breve, la situazione è degenerata: Stephano, originario del Perù e residente a Roma, è stato colpito violentemente con calci e pugni. Anche il suo compagno Matteo è stato ferito nel tentativo di difenderlo.

10 persone per l’aggressione di Capodanno

Dopo circa quindici minuti di aggressione e minacce, i due sono riusciti a scappare. Tuttavia, a causa della mancanza di ambulanze disponibili, hanno dovuto raggiungere il pronto soccorso a piedi, con Stephano sanguinante e in condizioni critiche. I medici hanno riscontrato gravi ferite, tra cui un trauma cranico, il naso rotto e un volto tumefatto, con una prognosi di 25 giorni. Ma il dolore fisico è stato accompagnato da una rabbia e una paura profonde.

L’indignazione e la denuncia di Gaynet

L’episodio ha sollevato una forte ondata di indignazione. Gaynet ha sottolineato come questa aggressione rappresenti un’ennesima dimostrazione delle gravi lacune in materia di diritti e protezione per la comunità LGBTQIA+ in Italia. Il Paese occupa infatti un desolante 36° posto nella Rainbow Map di Ilga Europe, un indice che misura il livello di parità per le persone LGBTQIA+ in Europa.

Naufragano progetti di legge per tutelare il mondo omosessuale

La mancanza di leggi adeguate contro l’omofobia e la transfobia, insieme al clima politico ostile, è stata duramente criticata. Negli ultimi anni, infatti, l’Italia ha assistito al naufragio di progetti di legge che avrebbero potuto rafforzare la tutela contro i crimini d’odio e promuovere l’educazione al rispetto della diversità. La classe politica è accusata di aver alimentato sentimenti discriminatori, sia bloccando iniziative legislative, sia attraverso retoriche polarizzanti che hanno contribuito a perpetuare stereotipi e pregiudizi.

Le istituzioni locali si sono immediatamente attivate per condannare l’episodio, mentre la comunità LGBTQIA+ ha risposto con determinazione. Diverse associazioni hanno annunciato un presidio nella zona Malatesta per il 4 gennaio alle ore 17. L’evento vuole essere un momento di solidarietà per le vittime e una denuncia pubblica contro la violenza e l’odio.

Questa aggressione, purtroppo, si inserisce in un quadro più ampio di discriminazioni e attacchi contro le persone LGBTQIA+ in Italia. Gli attivisti sottolineano l’importanza di reagire non solo attraverso gesti di solidarietà, ma anche con azioni concrete. La richiesta è chiara: approvare leggi più severe contro i crimini d’odio, promuovere l’educazione al rispetto nelle scuole e creare un clima sociale dove ogni individuo possa vivere liberamente e senza paura.

Sfide quotidiane contro la discriminazione

La violenza subita da Stephano e Matteo è un tragico promemoria delle sfide quotidiane che molte persone LGBTQIA+ affrontano. Ma è anche un appello urgente a non restare in silenzio. Ogni gesto di odio è una ferita per l’intera società, e solo attraverso l’impegno collettivo si potrà costruire un futuro più inclusivo e rispettoso dei diritti di tutti.