Roma dà l’addio ai B&B, in centro solo hotel: quasi pronte le nuove regole
Il Campidoglio è intenzionato a mettere un freno alla proliferazione dei bed and breakfast nel centro della Capitale, un fenomeno sempre più diffuso ma difficile da gestire a livello legale. L’ultima bozza delle modifiche alle norme tecniche del Piano Regolatore Generale del 2008, pronta per la discussione in Consiglio Comunale, prevede interventi mirati per regolare l’espansione delle strutture ricettive nel cuore di Roma.
Roma dà l’addio ai B&B
Tra le novità più rilevanti, il divieto di frazionare immobili destinati all’uso ricettivo, una pratica comune per trasformare singoli appartamenti in mini alloggi per turisti. Anche gli edifici storici saranno tutelati, vietando l’accorpamento di più abitazioni per uso turistico. Ulteriore stretta riguarda le ville storiche e le aree verdi private, che non potranno essere convertite in appartamenti per affitti brevi.
A Roma centro solo hotel
l settore extra-alberghiero a Roma ha raggiunto proporzioni significative: rappresenta la maggioranza dell’offerta ricettiva della città, mentre gli hotel tradizionali costituiscono solo una piccola parte. In alcune aree, interi condomini sono stati trasformati in case vacanze, portando a uno squilibrio tra l’offerta turistica e la qualità della vita per i residenti. Con l’avvicinarsi del Giubileo, che porterà un afflusso massiccio di pellegrini in città, molti dei quali si fermeranno solo per brevi periodi nelle zone centrali, la questione degli affitti brevi rischia di diventare ancora più critica.
Quasi pronte le nuove regole
Tra le soluzioni ipotizzate per regolare il fenomeno, vi è la possibilità di differenziare la tassa di soggiorno, aumentando l’importo nelle zone centrali e riducendolo nelle periferie. Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha intensificato i controlli per identificare i b&b abusivi. Tuttavia, nonostante gli sforzi, l’evasione fiscale legata alla tassa di soggiorno rimane un problema significativo, con stime che indicano perdite tra i 20 e i 40 milioni di euro all’anno a causa delle attività non registrate
Un altro punto centrale della proposta è l’introduzione di un regolamento cittadino per individuare le “zone sature”, aree della città in cui sarà vietato aprire nuovi bed and breakfast.
Il precedente di Firenze
Tuttavia, l’idea di porre limiti all’apertura di b&b non è priva di ostacoli. Il precedente di Firenze, che lo scorso anno aveva tentato di regolamentare il settore nell’area Unesco, dimostra quanto la questione sia complessa. Di fronte a una pioggia di ricorsi, la giunta fiorentina ha dovuto fare marcia indietro. Perché allora Roma dovrebbe tentare un percorso simile?