Roma, detenuto 30enne si impicca a Rebibbia: è il 59esimo suicidio del 2024

Roma, il carcere di Rebibbia, foto generica

Roma, un nuovo dramma si è consumato tra le mura del carcere di Rebibbia. Un detenuto di circa trent’anni è stato trovato senza vita nella sua cella, nella struttura penitenziaria romana, portando il numero dei suicidi in carcere a quota 59 dall’inizio dell’anno. Una cifra allarmante che si aggiunge ai 6 suicidi tra gli agenti penitenziari, come denuncia Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

Roma, detenuto 30enne si impicca a Rebibbia

“È una strage silenziosa che non può più essere ignorata“, tuona De Fazio. Secondo il sindacalista, alla base di questa emergenza ci sarebbe una situazione ormai insostenibile, caratterizzata da sovraffollamento, carenze di personale, assistenza sanitaria inadeguata e una generale disorganizzazione. “14.500 detenuti in più rispetto ai posti disponibili, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, illegalità diffusa e disorganizzazione imperante”, elenca De Fazio. “Questi sono i numeri di una crisi che rischia di esplodere. Il Governo deve intervenire subito e in modo deciso”.

È il 59esimo suicidio del 2024

La nomina di un nuovo commissario straordinario all’edilizia penitenziaria viene definita da De Fazio una mossa insufficiente e tardiva. “Serve un commissario straordinario all’emergenza carceraria“, sottolinea il sindacalista, “che si occupi di assumere nuovo personale, migliorare la formazione degli agenti e garantire condizioni di detenzione più umane”. “In mancanza di interventi immediati ed efficaci”, conclude De Fazio, “temiamo che nelle prossime settimane possano verificarsi ulteriori tragedie. Il Governo, il Ministro della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ne avranno la piena responsabilità”. Un grido d’allarme che risuona forte e chiaro, sollevando interrogativi sulla gestione delle nostre carceri e sulla tutela dei diritti di chi vi è recluso.