Roma, due aggressioni all’Esquilino: turista assalito a morsi e pugni, addetto alle pulizie colpito con una pietra

Esquilino ancora al centro delle polemiche. E del degrado. Due violente aggressioni nel giro di poco tempo, finestrini spaccati nelle auto parcheggiate. Un turista derubato questa mattina alla fermata della metro Vittorio Emanuele. E ancora cumuli di rifiuti lasciati sotto i portici e a piazza Vittorio.
Niente di nuovo, insomma, ma i residenti non ce la fanno più.
“Poco fa, in un hotel di via Dei Mille, un cliente è stato aggredito a morsi e pugni, senza motivo, da un senza fissa dimora con evidenti problemi psichici, aggravati da un grande consumo di alcool”, racconta un commerciante. “Sono anni che noi imprese e residenti di Castro Pretorio ed Esquilino denunciamo questo stato di cose vergognoso per una città civile”.

Addetto alle pulizie aggredito a sassate
A Roma, nel cuore del rione Esquilino, il degrado sembra aver preso radici così profonde da generare scenari degni del peggior film noir. Un caso particolarmente lampante riguarda un palazzo in via Enrico Cialdini, dove è bastato un portone aperto per provocare l’ennesima violenza. Nei giorni scorsi un uomo, probabilmente di origine nord-africana, è rimasto accampato all’interno dell’androne del palazzo, dove era entrato grazie al portone aperto.
Dopo aver passato lì la notte, ha aggredito verbalmente e poi fisicamente il signore delle pulizie: in un primo momento lo ha insultato, per poi lanciargli addosso una pietra. La denuncia dei residenti non è più un evento isolato, ma una costante: furti, aggressioni e insulti sono ormai parte della quotidianità, complici anche la mancanza di controlli e la disfunzione degli accessi.
La spietata analisi di chi vive all’Esquilino
“Roma, Rione Esquilino. Spaccio, degrado, mercato del rubato, bivacchi, cibo avariato e silenzi istituzionali. E noi residenti? Prigionieri”, scrive un abitante del quartiere. E poi continua, “fotografando” con le parole una situazione che ormai sembra essere senza soluzione. Ma solo perché la soluzione non si vuole trovare.
“Via Principe Amedeo e dintorni. Un tempo era un rione vivace, ricco di storia, botteghe, famiglie, cultura. Oggi è diventato un inferno a cielo aperto. Gli abitanti sono costretti a vivere chiusi in casa, circondati da spaccio, urina, sporcizia, pericoli e abbandono – scrive il residente nella sua analisi spietata, ma vera – Sotto le impalcature della ex Zecca si consuma ogni giorno uno sconcio: bivacchi, droghe, siringhe, deiezioni umane. Il tanfo sale fino ai piani alti. Non è più vita. È resistenza.
Ma non finisce qui. Il mercato del rubato è in mano a gruppi di: zingari e ricettatori senza scrupoli, che vendono ogni tipo di merce, spesso rubata, sotto gli occhi di tutti. E tutti lo sanno. È una guerra tra ladri e chi prova a far rispettare una parvenza di ordine. I vigili urbani smontano e rimontano il mercatino come se fosse un teatrino, tirano le ore e poi via. Un gioco dell’oca dove però a perdere sono solo i cittadini”.
“A chi giova questo degrado?”
E poi ancora. “I carabinieri e la polizia passano ogni tanto, ma ormai è routine. Gli spacciatori non si spostano nemmeno più. Nessuna paura, nessun rispetto. Avevano promesso una zona rossa, ma di rosso ci sono solo le facce indignate dei residenti. La “zona rossa” è diventata una gabbia per contenere il degrado, e tutto il rione ne paga le conseguenze. Poi c’è il capitolo a parte — il mercato alimentare. Uno schifo inaccettabile. È diventato una vera discarica a cielo aperto, con carne trasportata a mani nude nei carrelli della spesa, colombi che svolazzano ovunque e topi che sembrano gatti, regole sanitarie completamente ignorate. Un pericolo per la salute pubblica. Ma nessuno fa nulla”.
“E in Piazza Vittorio Emanuele e zona Teatro Jovinelli, i ristoratori non sanno più come lavorare. Clienti sempre meno, odori sempre più forti. Sotto le arcate dell’acquedotto si accendono fuochi la sera, come se fossimo in un campo nomadi abusivo. Ma questo è centro città. Zona Unesco. Piazza Vittorio? Un tempo un gioiello. Oggi un dormitorio. I giardini invasi da senzatetto. Le panchine sono tutte occupate da sfd. Le famiglie non possono più sedersi, non c’è spazio. Le gallerie e i portici, che erano splendidi, sono diventati hotel di cartone. Ci vivono “mummie” sotto coperte sudicie da mesi. C’è gente fissa, stabile, sotto le arcate. Il fetore è insopportabile. I vigili? Assenti, impotenti o indifferenti. Ho visto con i miei occhi un clochard in stato di ubriachezza tirar fuori un cacciavite lungo almeno 20 centimetri. L’ho segnalato. Ma niente. Ci rendiamo conto del pericolo? Cosa aspettiamo, il morto? Serve un intervento, ma soprattutto serve prevenzione. Non si può aspettare la tragedia. Perché tutto questo? Perché nessuno interviene davvero? A chi giova questo degrado?”
Una domanda destinata a restare senza risposta…
