Roma e il lavoro che logora: seconda solo a Milano per stress e burnout

Burnout a Roma

Roma soffoca sotto il peso del burnout. Seconda solo a Milano, la Capitale rappresenta l’8,2% delle richieste nazionali di supporto psicologico legate al lavoro, come riportato dai dati di Unobravo.com. Una posizione tutt’altro che invidiabile, che sottolinea un’emergenza ormai impossibile da ignorare.

Nel primo quadrimestre del 2024, le segnalazioni di disagio lavorativo sono cresciute del 109,7% rispetto all’anno precedente, mentre le denunce di malattie psichiche professionali hanno registrato un aumento del 17,9%, secondo l’INAIL. A Roma, il mix letale di stress, ambienti di lavoro tossici e difficoltà a bilanciare la vita privata con quella professionale sta lasciando il segno.

I più colpiti dal burnout a Roma? Giovani e donne

Chi è che soffre di più? I dati di Unobravo.com parlano chiaro: le donne rappresentano il 66,3% delle richieste di aiuto, contro il 33,7% degli uomini. Anche i giovani lavoratori sono particolarmente a rischio: il 62,9% di chi cerca supporto ha tra i 25 e i 34 anni, l’età in cui la carriera dovrebbe decollare e invece spesso si infrange contro aspettative irrealistiche, precarietà e mancanza di opportunità.

Ma non è tutto. A Roma, la pressione delle grandi aziende, l’alto costo della vita e i tempi interminabili per gli spostamenti quotidiani rendono ancora più difficile mantenere un equilibrio tra vita privata e lavoro. La Capitale è un concentrato di sfide che mettono a dura prova la salute mentale dei suoi abitanti.

Cosa si può fare per combattere il burnout?

Non sottovalutate i segnali. Se il lavoro vi sta consumando, è importante agire subito. Chiedere supporto a uno psicologo o a un counselor può fare la differenza. Stabilire confini chiari tra lavoro e vita privata, organizzare il tempo in modo strategico e ritagliarsi momenti di pausa sono passaggi fondamentali per ritrovare il benessere.

Roma è al centro di un problema che riguarda tutto il Paese, ma le soluzioni esistono. Serve il coraggio di cambiare, sia da parte dei lavoratori che delle aziende, per costruire un futuro professionale più sano e sostenibile.