Roma è lercia. E l’Ama toglie spazzini alla periferia per metterli in centro

Roma è sempre più lercia. Una situazione insostenibile, indegna di una grande capitale europea e mondiale. Con la ripresa dei flussi turistici post covid, infatti, il fragile sistema della raccolta dei rifiuti sembra essere definitivamente saltato. Con cassonetti strapieni di immondizia, al centro come in periferia. Troppo pochi i mezzi a disposizione dell’Ama, è troppo poco il personale disponibile. Così l’azienda capitolina per i rifiuti, ha pensato di risolvere il problema spostando alcune decine di operatori ecologici dalla periferia al centro storico. Sollevando la giusta indignazione dei cittadini, che non vogliono sentirsi residenti di serie B. Ma è chiaro, che anche questo stratagemma non sta funzionando. Così ad esempio, le fioriere a un passo dai Musei vaticani traboccano di immondizia. Utilizzate come cestini, visto che questi ultimi sono stracolmi. Tra l’indifferenza generale e il degrado. Un pessimo biglietto da visita, stigmatizzato anche dalle guide turistiche. Che assicurano in tanti anni di professione, di non aver mai visto niente di simile.

A Roma prepariamoci a passare anche l’estate tra i rifiuti

Una città lercia da far paura. Ma la ricetta dell’Ama non convince nessuno

La ricetta dell’Ama per pulire davvero Roma non sta funzionando. E non convince nessuno. Innanzi tutto, l’idea di spostare spazzini dalla periferia al centro storico. Pessima, perché non si può abbandonare qualcuno per far fare bella figura ad altri. E poi, la volontà di ricorrere ai centri per l’impiego. Per assumere a tempo determinato 500 nuovi operatori ecologici. Con procedure più snelle. Ma in questo caso, sono stati i sindacati a mettersi di traverso. Sollecitando l’azienda a puntare su regolari concorsi e progressioni interne. E ottenendo nei prossimi giorni, un incontro che si preannuncia burrascoso con l’assessora ai rifiuti Sabrina Alfonsi. In tutto questo, l’immagine della città sta andando a rotoli. E a farlo notare, sono le stesse guide turistiche. Che addirittura, si stanno vergognando di svolgere il loro lavoro in tali condizioni.

“Lavoro come guida turistica e francamente questo che ho visto oggi mi ha schifato” scrive Claudia su una delle pagine Facebook che accoglie gli sfoghi dei romani quando la città si riempie di rifiuti. Alludendo alle fioriere scambiate per cestini e riempite di immondizia. “I musei venerdì e sabato erano aperti di sera. Mentre aspettavo i miei clienti ho pensato a lungo se stavo sognando oppure fosse vero”. Ma purtroppo più che un sogno si tratta di un incubo. Al quale sono condannati tutti i cittadini romani. Che intanto pagano la Tari più alta d’Italia.