Roma, esami inventati per entrare all’università: 36enne smascherata e condannata

Esami università

Pensava fosse la mossa giusta per non perdere il treno della laurea magistrale, ma quel “semplice inganno” le è costato una denuncia per falso e una conseguente condanna a seguito di un’indagine della Procura di Roma. Protagonista di questa vicenda è una studentessa 36enne di Verona, laureata in Scienze dell’Educazione, che lo scorso aprile ha presentato all’Università Niccolò Cusano un curriculum gonfiato con esami mai sostenuti. Forte della speranza di iscriversi al corso in Psicologia clinica e della riabilitazione, la giovane ha superato il limite: ha inserito crediti mancanti e consegnato una certificazione contraffatta, fingendo di aver completato tutti i corsi richiesti.

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La scoperta del bluff e il processo lampo

Tutto ha preso avvio il 4 aprile 2024, come riporta Il Messaggero, quando l’ateneo ha chiesto la documentazione ufficiale dei Crediti Formativi Universitari. Quel documento, apparentemente rilasciato dall’Università Telematica E-Campus, conteneva firme e timbri fasulli. Il sistema di verifica interno ha subito acceso il campanello d’allarme. E in pochi giorni la studentessa è finita nei guai. L’indagine, condotta dalla Procura di Roma, si è chiusa con un invito a patteggiare: la pena concordata è stata di 4 mesi di reclusione, con la sospensione della pena grazie alle attenuanti generiche riconosciute.

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Tra scuse e giustificazioni

Nel corso dell’udienza, il difensore della 36enne ha sottolineato il profilo “socialmente inserito” della sua assistita, sostenendo che si è mostrata disponibile a collaborare e che non tornerà a mettere a rischio la propria reputazione con comportamenti illeciti. Il giudice ha definito la sentenza “adeguata sia dal punto di vista retributivo che rieducativo, un avvertimento affinché casi simili non si ripetano”.