Roma espropria un terreno al Parco degli Acquedotti, ma non lo usa: Campidoglio si rifiuta di restituirlo al proprietario
Il Comune di Roma espropria un terreno con vista Parco degli Acquedotti, ma poi non lo usa: il Campidoglio si rifiuta di restituirlo al proprietario. 58 anni fa la Capitale ha espropriato un grosso terreno, situato in un’area bellissima della città eterna, ma poi non lo ha mai utilizzato (almeno integralmente) per i fini di pubblica utilità che avevano giustificato l’esproprio stesso. Nonostante tutto ciò, il Campidoglio, guidato dal sindaco Roberto Gualtieri, si rifiuta ancora oggi di restituirlo al legittimo proprietario, nonostante i ripetuti solleciti giunti a palazzo Senatorio nel corso del 2023. Il legittimo proprietario, tra l’altro, è il figlio del titolare del terreno stesso, visto che il padre è nel frattempo defunto.
Il Comune di Roma espropria un terreno vista Parco degli Acquedotti, ma poi… non lo usa
Almeno questo è quanto riporta una nuova e recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, la n. 17507 del 10 ottobre. Sentenza con la quale i giudici amministrativi hanno condannato il Comune di Roma a restituire, al figlio del ‘de cuius’, almeno una parte del terreno, vale a dire quella mai utilizzata dal municipio capitolino per le finalità pubbliche promesse, compreso l’immobile ad uso agricolo che svetta ancora oggi sopra a quel piccolo-grande polmone verde di Roma, situato a cavallo tra la via Appia e la Tuscolana, in zona Quadraro.
Il Campidoglio e Gualtieri si rifiutano di restituire il terreno al proprietario, ma perchè?
Un po’ di storia: il papà del signor G.D.S. si era visto espropriare i propri beni, terreno più immobile ad uso agricolo, negli anni ’60, con lo scopo di realizzarvi sopra non meglio specificate opere pubbliche. Da lì, per la famiglia in questione, è partito un vero e proprio ‘calvario burocratico’ durato quasi sei decenni. Nonostante le opere pubbliche fossero state parzialmente realizzate, il Comune – anche di recente – si è rifiutato di restituire il ‘maltolto‘ al figlio del legittimo proprietario. A poco sono servite le ulteriori sentenze giudiziarie che hanno sempre confermato la bontà delle richiese della famiglia in questione. Da ultimo, tra marzo e luglio 2023, il Tar del Lazio, su richiesta del signor G.D.S., ha anche nominato un Commissario ad Acta, così si usa dire in gergo tecnico. Ossia un tecnico che faccia le veci dell’Amministrazione Pubblica nei casi in cui la stessa Amministrazione non si ‘attiva’ in modo autonomo. Ebbene, nemmeno questa nomina è servita a convincere Gualtieri e soci della necessità, oltrechè dell’obbligo giudiziario, di restituire i beni all’erede del legittimo proprietario.
6 decenni di battaglie legali
In ogni caso, dopo anni/decenni di battaglie legali, il cittadino è riuscito a ottenere una sentenza favorevole, che ha obbligato l’amministrazione capitolina a retrocedere l’area, ossia a restituirla. Tuttavia, il lungo iter burocratico ha causato anche un danno economico al proprietario, che si è visto privato dell’uso del proprio terreno per decenni. Il TAR ha riconosciuto questo danno e ha condannato il Comune anche a risarcire l’uomo per il mancato godimento del terreno e dell’annesso immobile.
Un precedente importante per i cittadini di Roma
Questa sentenza rappresenta un importante precedente per tutti quei cittadini che si trovano a dover affrontare situazioni simili. Il caso dimostra come anche di fronte a un’amministrazione pubblica, i cittadini abbiano i mezzi per far valere i propri diritti e ottenere giustizia.
I punti chiave della vicenda
- Esproprio ingiustificato: Il Comune di Roma ha mantenuto un terreno espropriato per decenni senza utilizzarlo per lo scopo previsto.
- Lunga battaglia legale: Il cittadino ha dovuto affrontare un lungo e complesso percorso giudiziario per ottenere giustizia.
- Danno economico: Il ritardo nella restituzione del terreno ha causato un danno economico al proprietario.
- Risarcimento: Il TAR ha condannato il Comune a risarcire il danno subito dal cittadino.
La sentenza del TAR Lazio è un chiaro segnale che le amministrazioni pubbliche devono agire in modo trasparente e tempestivo, evitando di prolungare inutilmente procedimenti che ledono i diritti dei cittadini.