Roma, extracomunitario tenta il suicidio al Cpr di Ponte Galeria: scoppia la rivolta, bruciati materassi

CPR Ponte Galeria

Momenti di panico ieri sera intorno alle 21:00 al Cpr (Centro di Permanenza per i Rimpatri), il luogo di detenzione amministrativa in cui sono trattenute persone non comunitarie prive di documenti regolari di soggiorno, oppure già destinatarie di un provvedimento di espulsione, in zona Ponte Galeria a Roma.

Un uomo, di cui non si conoscono le generalità ha tentato il suicidio, provando a impiccarsi. L’uomo fortunatamente è stato soccorso e messo in salvo.

La rivolta degli altri ospiti

Ma quando gli altri ospiti della struttura si sono accorti di quanto stava accadendo, hanno iniziato una violenta protesta. Hanno infatti iniziato a dare alle fiamme i materassi, creando scompiglio nell’intero edificio. Sul posto si sono recate diverse pattuglie della polizia del X Distretto Lido, oltre ai vigli del fuoco che hanno provveduto a spegnere l’incendio.

Con non poca fatica gli agenti sono riusciti a riportare la calma all’interno della struttura detentiva, mentre la persona che aveva tentato l’estremo gesto è stato affidata alle cure dei sanitari del 118 per il successivo trasporto in ospedale.

Le polemiche sul centro: il caso della donna con problemi mentali

Ma il tentativo di suicidio di ieri mostra dei problemi all’interno del Cpr, che da tempo vengono segnalati da più parti. E che anche la Corte europea dei diritti umani ha censurato, come nel caso della donna con evidenti problemi di salute mentale, di cui è stato ordinato il trasferimento.

Camelia, è stata detenuta per nove mesi nel CPR di Roma Ponte Galeria, malgrado la sua evidente incompatibilità alla vita in comunità ristretta, restando – da ottobre 2023- in una cella di isolamento. Una logica manicomiale condannata dai giudici di Strasburgo. Infatti, grazie all’intervento delle onorevoli Rachele Scarpa ed Eleonora Evi, è stato presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti umani, che ha ora ordinato al Governo italiano di liberarla e di provvedere alle adeguate cure.