Roma, facevano entrare immigrati irregolarmente in cambio di mazzette, viaggi e regali: 5 arresti, 2 sono dipendenti del Ministero degli Affari Esteri
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Un sistema rodato, studiato nei minimi dettagli, che per anni ha permesso l’ingresso illegale di cittadini extracomunitari in Italia in cambio di mazzette e favori. È quanto hanno scoperto i finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che all’alba hanno eseguito cinque misure cautelari, con due arresti in carcere e tre agli arresti domiciliari.
Dietro l’organizzazione, secondo le indagini della Procura di Roma, ci sarebbe un imprenditore extracomunitario residente nella Capitale, che avrebbe orchestrato il traffico di migranti sfruttando il decreto flussi. A completare il sistema, una rete di prestanome italiani. Un business milionario, smascherato dalla Guardia di Finanza, che ha messo fine a un meccanismo criminale che aggirava le regole per interessi personali.
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Le indagini
Le indagini hanno messo in luce come gli indagati, orchestrati dalla regia dell’imprenditore extracomunitario, abbiano creato un vero e proprio traffico illecito di ingressi in Italia, sfruttando le opportunità offerte dal cosiddetto decreto flussi. In questo schema criminale, sono stati coinvolti anche due dipendenti del Ministero degli Affari Esteri impiegati nell’ufficio visti di un’ambasciata italiana all’estero. Queste persone, ora sottoposte agli arresti domiciliari, sono accusate di aver accettato tangenti in denaro, dispositivi elettronici, orologi di pregio, viaggi aerei e persino investimenti immobiliari negli Emirati Arabi Uniti, in cambio di facilitazioni nelle pratiche per il rilascio dei visti a favore di soggetti extracomunitari segnalati dagli altri indagati.
L’organizzazione criminale
Le indagini hanno rivelato come, per ottenere i visti, i responsabili abbiano reclutato titolari formali di società italiane, i quali, dietro compensi, si sono finti datori di lavoro per consentire alle persone extracomunitarie di acquisire la documentazione necessaria per presentare l’istanza telematica per il nulla osta d’ingresso. Inoltre, i soggetti extracomunitari presenti in Italia avrebbero richiesto ingenti somme di denaro, stabilite in parte in misura fissa e in parte proporzionale ai futuri guadagni lavorativi, per la regolarizzazione della loro posizione.
Questo complesso intreccio di corruzione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e frodi amministrative ha scatenato una massiccia operazione di polizia, mettendo fine a un sistema criminale che aveva trafugato centinaia di milioni di euro.