Roma, Gianfranco, autista Atac, ritrova donna scomparsa: “Presto andrò in pensione. Peccato. Amo questo lavoro”
Roma, una storia di solidarietà e attenzione al prossimo ha avuto un lieto fine nella capitale. Una signora con problemi mentali, scomparsa da tre giorni, è stata ritrovata grazie all’intervento di alcuni dipendenti dell’Atac. La famiglia, preoccupata, aveva denunciato la scomparsa alle autorità e diffuso la sua foto sui social media. Tra i primi a rilanciare l’appello c’era stato il gruppo “Welcome to Favelas”, che aveva pubblicato l’avviso sulla propria pagina.
Roma, Gianfranco, autista Atac, ritrova donna scomparsa
Il 29 luglio, Giustino Ciro, autista Atac, ha riconosciuto la donna in una delle foto circolate, seduta su una panchina al capolinea dei bus di piazza Mancini. Prontamente, Ciro ha chiesto l’aiuto del collega Gianfranco, operatore di capolinea con una lunga esperienza nel ritrovamento di persone in difficoltà.
Gianfranco si è avvicinato alla signora con gentilezza, offrendole assistenza e chiedendole il nome. Dopo aver confermato che si trattava della persona scomparsa, ha avviato la procedura di emergenza contattando il numero unico 112. Nel frattempo, Giustino Ciro ha avvisato i familiari, utilizzando il numero trovato nel post sui social. Mentre aspettavano l’arrivo dei parenti, gli operatori Atac hanno mostrato grande solidarietà, offrendo alla donna dell’acqua e dei biscotti, portati dall’autista Valentina.
“Presto andrò in pensione. Peccato. Amo questo lavoro”
In breve tempo, i primi familiari sono giunti sul posto: la nipote, poi i fratelli e la figlia. Il capolinea si è riempito di emozioni, con abbracci e ringraziamenti per gli operatori che avevano contribuito al ritrovamento. Successivamente, una pattuglia dei Carabinieri, con a bordo il Comandante della stazione di Ponte Milvio, è intervenuta per organizzare il trasporto della signora in ospedale per gli accertamenti necessari.
Gianfranco, visibilmente soddisfatto per il felice epilogo, ha commentato: “A febbraio prossimo andrò in pensione e un po’ mi dispiace. Io amo questo mestiere!”. Questa storia è un esempio di come l’attenzione e l’umanità possano fare la differenza nelle situazioni di emergenza.