Roma, Giubileo dei Giovani nel caos a Centocelle: i ragazzi dormono all’aperto, tra disagi e malori (FOTO E VIDEO)

Ragazzi accampati fuori a Centocelle- giubileo dei giovani

Migliaia di ragazzi a Roma per il Giubileo dei Giovani, ma a Centocelle qualcosa è andato storto. Quella che doveva essere una grande festa di spiritualità e condivisione si è trasformata per molti ragazzi in un incubo sotto le stelle. Bambini e adolescenti tra gli 8 e i 16 anni si sono ritrovati a dormire all’aperto, avvolti solo da cartoni e coperte di fortuna, in un campo improvvisato che, evidentemente, non era pronto ad accoglierli. Le immagini girate con i cellulari parlano chiaro: prati pieni di ragazzi, sdraiati uno accanto all’altro nel freddo della notte romana.

L’arrivo degli adolescenti, provenienti da varie parti dell’Italia e del mondo, era già previsto da tempo. L’unica cosa cambiata era il programma: i ragazzi hanno fatto tappa alla Porta Santa della Basilica di San Pietro per rendere omaggio al Papa defunto. Ma appunto, del loro arrivo a Roma si sapeva da tempo. Eppure più di qualcosa in quel campo è andato storto.

Campo allestito in fretta: bagni fuori uso e notti senza riparo

A gestire il campo è stata la Croce Rossa Italiana, ma qualcosa nel coordinamento è saltato. A raccontarlo sono gli stessi volontari presenti sul posto, molti dei quali arrivati da ogni parte d’Italia per dare una mano durante i giorni delle esequie di Papa Francesco. In tanti hanno denunciato disagi enormi: bagni chiusi o malfunzionanti, mancanza di docce e di servizi essenziali. “Sono quattro giorni che non mi lavo”, si sfoga una volontaria, “e quando riaprono i bagni noi siamo già in servizio”.

Non solo il disagio materiale, ma anche veri e propri problemi di salute: almeno cinque ragazzi sono stati male durante la notte. Alcuni hanno avuto crisi epilettiche, altri hanno accusato malori dovuti all’esposizione al freddo. I soccorritori delle ambulanze presenti confermano che ci sono stati “diversi interventi” durante la notte, seppur senza gravi conseguenze.

Le giustificazioni della Croce Rossa e la rabbia dei volontari

Secondo un operatore della Croce Rossa, si tratterebbe di semplici “disguidi”. “Abbiamo allestito tutto in meno di una settimana per oltre quattromila ragazzi e duemila volontari”, spiega, minimizzando i disagi. E sulle crisi epilettiche e i malori? “Casi isolati, dovuti a patologie pregresse”, dice. Eppure, il racconto – ma soprattuto i video – di chi era lì sul prato, costretto a dormire all’aperto, mostra una realtà ben diversa.

Una volontaria non ci sta: “Non voglio sapere di chi è la colpa, ma queste cose non dovrebbero succedere. Nemmeno durante l’alluvione in Emilia abbiamo visto situazioni del genere: lì c’erano cucine da campodocce caldeacqua potabile. Qui no, qui i ragazzi sono stati abbandonati nel prato”.

Tra disagi e resilienza: lo spirito dei ragazzi non si spezza

Nonostante tutto, il sorriso non è mancato. Molti giovani hanno affrontato la notte con coraggio e spirito di adattamento. “Ci siamo stretti insieme e abbiamo dormito bene”, racconta una ragazza, incarnando lo spirito positivo che dovrebbe animare eventi come questo. “Siamo partiti sapendo che avremmo dovuto adeguarci. E lo abbiamo fatto”.

Una testimonianza che fa riflettere: l’entusiasmo dei ragazzi è stato più forte delle carenze organizzative, ma eventi di questa portata dovrebbero garantire ben altre condizioni di sicurezza e accoglienza. Perché accogliere migliaia di giovani in una città come Roma richiede non solo entusiasmo, ma anche responsabilità.

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