Roma, Giunta Gualtieri-bis, sinistra al lavoro sul campo largo: ma non c’era l’inceneritore di mezzo tra Pd, M5S e AVS?
Il centrosinistra di Roma (e non solo) sta trattando già da mesi la nascita di un grande campo largo politico-elettorale che permetta di confermare, per il secondo mandato, il sindaco Roberto Gualtieri alla guida della Capitale in vista delle elezioni amministrative del 2027. Del resto consiglieri capitolini M5S di primo piano hanno sollecitato e continuano a sollecitare incessantemente, anche a mezzo stampa, la nascita della possibile alleanza col Pd capitolino. Primo tra tutti Paolo Ferrara.
Roma, Giunta Gualtieri-bis, sinistra al lavoro sul campo largo
Il grillino di Ostia che ha chiesto senza mezzi termini al suo Gruppo politico la nascita di una sorta di Santa Alleanza che abbia un solo obiettivo: “Salvare la Capitale dalla destra”, come ha dichiarato in una sua recente intervista al quotidiano La Repubblica. A domanda esplicita sul mega-inceneritore di Roma ha risposto che “Anche se in questo momento ci sono opinioni diverse su alcuni temi, non può essere un ostacolo per costruire qualcosa per la città”.
Ma non c’era un inceneritore di mezzo tra Pd, M5S e AVS?
Tradotto dal politichese, significa che il M5S capitolino è pronto ad ingoiare, pur di arrivare a raggiungere la ‘Santa Alleanza’ anti-destra, anche l’avvio del cantiere per la costruzione di uno degli inceneritori più grandi d’Italia e d’Europa da 600mila tonnellate l’anno tanto caro a Gualtieri, Pd , Italia Viva e Azione, previsto in zona Santa Palomba, a due passi dai Castelli Romani ed al confine coi comuni di Albano Laziale e Ardea. Domanda: ma il M5S non era contrario agli inceneritori e favorevole al Porta a Porta?
Ferrara parla, in riferimento alla scelta dell’inceneritore di Roma, di ‘momento’, anche se l’inceneritore di Gualtieri dovrà funzionare per almeno una quarantina d’anni, forse anche di più.
I vari ‘voltafaccia’ politico-elettorali
Quello di Ferrara e del M5s non sarebbe certo, nel caso, il primo ‘voltafaccia politico’, con tutto il rispetto del caso. Visto che, sempre a Roma, anche tanti Verdi, ex Verdi e consiglieri di Sinistra Italiana di primissimo piano, tra i quali Alessandro Luparelli e Michela Cicculli, ma anche Ferdinando Bonessio, non disdegnano di stare in maggioranza col Pd di Gualtieri e soci, nonostante l’inceneritore, e di non aver disdegnato anche qualche ‘poltrona di comodo’, incluse presidenze e vicepresidenze di Commissioni capitoline, ovviamente per il ‘bene dei diritti di tutte e tutti’, ci mancherebbe altro.
“No inceneritore’, ma solo per la piazza…
Tutti pronti ad alzare alta nel cielo la mano sinistra per innalzare la bandiera rossa in piazza al grido di ‘No Inceneritore’. E poi, subito dopo, anche quella destra, in aula, per votare i provvedimenti del Pd, primo tra tutti il recente assestamento di Bilancio, solo per citare l’ultimo. Di barricate vere, in Campidoglio, del resto non se ne sono viste contro l’inceneritore, a livello politico-istutuzionale. Sfidiamo chiunque a sostenere il contrario.
Il 5Stelle romano, pochi giorni fa, è stato sollecitato proprio da Alessandro Luparelli in tal senso, che si è detto – sempre a mezzo stampa – molto stupito che i grillini romani abbiano votato compatti contro l’assestamento di Bilancio di Gualtieri.
Ma così facendo le elezioni… non le perderete comunque?
Sarebbe stata, certo, cosa molto più gradita una astensione, come quella dei due renziani. Renziani che già hanno abbondantemente strizzato l’occhio al Pd ‘green’ a guida Elly Schlein, che sull’inceneritore di Roma fa il pesce in barile, esattamente come il capo del M5S, Giuseppe Conte. Forse perché tutti puntano alla nascita della Giunta Gualtieri bis?
Una Giunta che dovrebbe nascere proprio negli stessi mesi in cui è previsto anche l’avvio del cantiere dell’inceneritore. Ma del resto, a sinistra, evidentemente il campo largo è considerata l’evenienza migliore rispetto al rischio di perdere, dopo il Governo nazionale e la Regione Lazio, anche il Campidoglio (insieme alle poltrone necessarie a tutelare, ovviamente, i ‘diritti di tutte e tutti’…)
La domanda sorge spontanea, caro Ferrara, ma anche cari Luparelli, Bonessi e Cicculli, etc: ma non è che, così facendo, le elezioni del 2027 le perderete comunque?