Roma, Gualtieri annuncia un bando per 18mila licenze da ambulante: ma i Tredicine restano sulla piazza

Da sinistra, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, a destra, l'assessore Lucarelli. Al centro una bancarella della Capitale attiva in centro storico
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Roma, Gualtieri annuncia un bando per 18mila licenze da ambulante: ma i Tredicine restano sulla piazza. La sostanza dei fatti è questa, come conferma una recentissima sentenza del Tribunale Amministrativo della Regione Lazio di cui abbiamo parlato giorni fa (per leggere l’articolo, clicca qui). Ma facciamo un passo indietro. Il Campidoglio si appresta a varare un bando sul commercio ambulante a Roma, mettendo fine a decenni di proroghe e rinvii che hanno permesso il mantenimento di licenze ‘storiche’ in cui, in sostanza, ha prevalso una sola famiglia, quella Tredicine.

Dopo anni di incertezze e dibattiti, l’amministrazione capitolina ha difatti deciso di riorganizzare il settore, ponendo come obiettivo l’assegnazione di 18.000 concessioni entro il 2025. Tuttavia, questa decisione ha sollevato non poche polemiche, sia a livello istituzionale che tra le associazioni di categoria, pronte a intraprendere battaglie legali.

Roma, Gualtieri annuncia bando per 18mila licenze da ambulante

Al centro della questione vi è la direttiva europea Bolkestein, emanata nel 2006, che impone la messa a bando delle concessioni relative a beni pubblici limitati, tra cui posteggi nei mercati, concessioni balneari e licenze per taxi. La Bolkestein, pur essendo in vigore da quasi due decenni, non è mai stata applicata in modo completo, e il settore del commercio ambulante è stato spesso oggetto di proroghe e deroghe. La più recente di queste è arrivata con il decreto legge sulla concorrenza del 2022, che ha posticipato la riassegnazione delle licenze al 2032. Tuttavia, l’assessora alle Attività produttive del Campidoglio, Monica Lucarelli, ha chiarito che “il tempo delle proroghe è finito”, puntando a una riorganizzazione che dovrà essere completata entro il 2025, anche a costo di scontrarsi con il Governo.

Ma i Tredicine restano in piazza

Nel frattempo però, come accennato in apertura, a Roma, al problema di carattere generale, si aggiunge quello locale rappresentato dalla nota famiglia Tredicine, conosciuta in città per un sostanziale monopolio del settore. Famiglia che è tornata a riprendersi piazze e aree città della città eterna, come da noi spiegato nei giorni scorsi in un articolo esclusivo (per leggere l’articolo, clicca qui). Al momento la Giunta Gualtieri, che si auto-dichiara attiva sui temi della legalità, su questa vicenda non ha ancora proferito parola.

Il maxi bando

Ma tornando al bando, a cui evidentemente parteciperà anche la famiglia Tredicine, le responsabilità della riforma sono condivise tra i Municipi, incaricati di identificare le aree da destinare al commercio ambulante e di gestire i bandi locali, e Roma Capitale, che sovraintende al processo generale e si occupa di gestire le rotazioni tra diversi operatori. Secondo i piani del Comune, i bandi dovrebbero essere pronti e pubblicati entro la fine dell’anno, anche se è più probabile che per dicembre si arrivi soltanto alla definizione dei piani di commercio. Questi piani, che mappano le aree destinate al commercio ambulante, sono cruciali per stabilire dove e quante postazioni potranno essere autorizzate.

Postazioni incompatibili con la legge

Negli anni, molte postazioni sono diventate incompatibili con la legge o con la struttura stessa delle città, a causa di modifiche stradali o di espansioni non autorizzate da parte degli operatori. Un esempio evidente riguarda i chioschi situati in aree centrali o vicino al Vaticano, particolarmente redditizie ma spesso in violazione delle normative vigenti. La riorganizzazione potrebbe portare alla riduzione o alla rimozione di alcuni di questi posteggi, creando tensioni tra gli ambulanti, che non sono disposti a trasferirsi in zone periferiche, dove ci sarebbe più spazio disponibile.

La riforma

La riforma prevede inoltre criteri più stringenti per l’assegnazione delle concessioni, come l’obbligo di utilizzare mezzi a basso impatto ambientale e di rispettare dimensioni standard per le postazioni. Tali misure, se confermate, potrebbero escludere una parte degli attuali operatori, che temono di non essere in grado di adeguarsi ai nuovi requisiti.

Le associazioni di categoria hanno già annunciato che si opporranno ai bandi, ricorrendo al tribunale amministrativo per ottenere un’ulteriore proroga fino al 2032, come previsto dal decreto concorrenza. Tuttavia, l’amministrazione capitolina appare determinata a proseguire nel suo percorso, consapevole delle difficoltà ma convinta che solo una riorganizzazione completa del settore possa portare maggiore trasparenza e legalità nel commercio ambulante della città.