Roma, i liquami di ospedale e ristoranti dell’Isola tiberina nel Tevere: lavori sulle fogne Acea

ROma, a sinistra l'isola Tiberina vista dall'alto, un tipico scarico fognario
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Roma, un grave caso di inquinamento ambientale è emerso sull’Isola Tiberina, dove ristoranti, un ospedale e altri locali hanno inconsapevolmente scaricato liquami, escrementi e saponi direttamente nel Tevere. La scoperta è avvenuta per caso durante i lavori di manutenzione degli argini in vista del Giubileo, sollevando interrogativi sulla gestione della rete fognaria nella zona, in carico ad Acea.

Roma, ospedale e ristoranti dell’Isola Tiberina scaricavano nel Tevere

Il tratto di fiume coinvolto, tra Ponte Fabricio e Ponte Palatino, si è trasformato in una vera e propria emergenza ecologica. A farne le spese, oltre al fiume stesso, sono le utenze collegate che, ignare del problema, scaricavano acque nere e grigie direttamente nel corso d’acqua. Tra queste figurano ristoranti rinomati come il Tiberino, la scuola di cucina dello chef Fabio Massimo Bongianni e la storica trattoria Sora Lella, insieme ai bagni dell’Ospedale Israelitico e di altri locali dell’isola.

Una rete fognaria ‘inceppata’

In un primo momento, l’ipotesi era quella di scarichi abusivi volontari, ma un’analisi più approfondita ha svelato una realtà diversa e preoccupante. Gli utenti interessati avevano documenti regolari per l’allaccio alla rete fognaria. Tuttavia, il problema sarebbe legato a un presunto malfunzionamento dell’impianto di sollevamento delle acque gestito da Acea. Le pompe, fondamentali per convogliare i reflui verso la rete principale di Trastevere, erano bloccate da sedimenti e grassi accumulati, causando lo sversamento diretto dei liquami nel Tevere.

Il cedimento di una parete, avvenuto durante i lavori sull’argine, ha portato alla luce il problema. Le autorità competenti, tra cui la polizia fluviale e la polizia locale, hanno immediatamente avviato indagini per comprendere l’estensione del danno e le sue cause.

Interventi urgenti e indagini in corso

Acea Ato 2 è intervenuta il 17 novembre, ripristinando il funzionamento dell’impianto di sollevamento e fermando la fuoriuscita di liquami. I tecnici hanno rimosso i blocchi di sedimenti e previsto ulteriori interventi per la ricostruzione definitiva della parete danneggiata. Tuttavia, restano dubbi sul periodo in cui l’inquinamento è avvenuto e sulla frequenza della manutenzione degli impianti.

Le autorità municipali hanno richiesto chiarimenti a Acea, sollevando la possibilità che il guasto si sia sviluppato nel tempo a causa di carenze nella gestione della rete fognaria. La polizia locale attende ora una relazione tecnica dettagliata per stabilire eventuali responsabilità e pianificare le prossime azioni.

Un campanello d’allarme per la tutela ambientale

Questo episodio evidenzia l’urgenza di un monitoraggio più attento delle infrastrutture urbane, soprattutto in aree sensibili come l’Isola Tiberina. Il Tevere, già sottoposto a numerose pressioni ambientali, rischia di subire danni irreversibili se problemi simili non vengono individuati e risolti tempestivamente.

Con il Giubileo ormai alle porte, il caso diventa un simbolo di quanto sia necessario investire in manutenzione e prevenzione per evitare disastri ambientali nel cuore della Capitale. Le indagini proseguono, mentre i cittadini e le istituzioni attendono risposte su un episodio che pone interrogativi non solo tecnici, ma anche etici sulla gestione del territorio.