Roma, i soldi dei poveri ai burocrati del Campidoglio
I pochi soldi stanziati dalla Regione Lazio e destinati alle famiglie più povere rischiano di rimanere incagliati in un mare di burocrazia. Un pasticcio all’italiana insomma, del quale saranno vittime le persone più fragili e le famiglie in difficoltà. Parliamo di pochi spiccioli, e il gruppo di Fratelli d’Italia a via della Pisana lo ha già ampiamente documentato. La Regione guidata da Nicola Zingaretti è riuscita a trovare appena 20 milioni di euro nel suo bilancio. Da destinare alle famiglie più povere della Regione. I soldi dovranno essere prima trasferiti ai comuni e ai municipi di Roma capitale. Poi gli stessi enti locali riceveranno le domande. E inizierà un vortice di mail tra cittadini e burocrati. Che gestiranno le pratiche. Con il rischio di affossare tutto.
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I soldi per i poveri gestiti dai burocrati del Campidoglio. E sarà paralisi
I pochi spiccioli destinati alle persone e alle famiglie più in difficoltà rischiano di restare fermi a causa della burocrazia. Si tratta di poco più di un’elemosina, e lo diciamo con dispiacere. Mentre la politica aumenta gli stipendi per i propri staff, la Regione trova la miseria di soli 20 milioni per aiutare i nuovi poveri di tutto il Lazio. Quelli che anche a causa del coronavirus hanno perso ogni cosa e non sanno come campare. Pochi spiccioli a famiglia, che verranno erogati in un’unica soluzione. Qualche centinaio di euro e poi basta. Serviva ben altro. Ma ora ci si mette anche la burocrazia. Perché a leggere il sito di Roma capitale dove si spiega come fare la domanda vengono i brividi. Ci sarà un modulo da compilare online sullo stesso portale di Roma capitale. E poi inizia l’iter della pratica. Il problema è che non si vede quando l’odissea potrà finire.
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La richiesta dei contributi tra moduli comune e municipio. E rischia di fermarsi tutto
La richiesta per il sussidio alimentare per le persone e le famiglie più povere di Roma dovrà essere fatta online. Anche se il modulo ancora non c’è. Direttamente sul sito del Campidoglio. Indicando il proprio stato di famiglia e la situazione patrimoniale. E garantendo di non percepire altre forme di sostegno. Fossero troppi soldi, non si sa mai! Se il modulo è fatto bene, lo stesso comune provvederà ad inoltrarlo al municipio dove risiede la persona o la famiglia bisognosa. Un passaggio in più che forse si poteva evitare. Il municipio fa una seconda istruttoria e rimanda nuovamente la pec al comune. Con i dati necessari per completare la banca dati. A questo punto il dipartimento per le politiche sociali di Roma capitale potrà completare l’istruttoria. E se tutto è andato bene erogare il contributo all’IBAN dei beneficiari. Per tutta questa fatica quanti soldi verranno dati a chi si trova in difficoltà è presto detto.
Una tantum da 300 a 500 euro. E per chi non ha l’IBAN buoni pasto
Il contributo una tantum erogato da Roma capitale alle famiglie più bisognose sarà poco più di una elemosina. 300 euro per nuclei familiari di una o due persone. Fino a 400 euro per famiglie di 3 o 4 persone e fino a 500 se a casa ci sono 5 o più persone. Il tutto per una volta sola. Ogni commento è superfluo. E in più il tutto andrà nelle mani dei burocrati del Campidoglio. Con tempi che si preannunciano biblici. Mentre gli aiuti servono ora e subito. Attenzione poi, si tratta solo di contributi per acquistare generi alimentari. Bisognerà dichiararlo sotto propria responsabilità. E se non si ha un conto corrente e un IBAN niente soldi ma solo buoni pasto. Consegnati dai volontari della Polizia locale, così si legge sul sito del comune. E sempre il comune annuncia che se non avete il computer o siete senza fissa dimora non ci saranno problemi. Partirà una rete di assistenza gestita dal segretariato sociale del Campidoglio con le parrocchie. Insomma, tanta burocrazia e pochi soldi. Proprio il contrario di ciò che serviva. Ma una risposta rapida e concreta all’emergenza sembra proprio che non riesca a darla nessuno.