Roma, il Centro Sportivo di Tor Sapienza resta (inutilizzato) in mano al Campidoglio: il Tribunale promuove lo sgombero

Roma, il Centro Sportivo di Tor Sapienza resta (inutilizzato) in mano al Campidoglio: il Tribunale promuove lo sgombero varato dall’amministrazione capitolina il 7 maggio 2024. Il Tar del Lazio ha promosso, con una sentenza pubblicata oggi 9 aprile, lo sgombero avviato dal Campidoglio a metà 2024 del Centro Sportivo comunale. I giudici amministrativi hanno difatti respinto le ragioni dell’ex concessionario, ormai esautorato dalla gestione dell’impianto da 11 mesi, oltreché dello stesso Codacons.
Questa struttura, su cui pendono circa 10 milioni di euro di debiti, resta quindi in mano al Campidoglio, che ha avviato un bando pubblico le scorse settimane per cercare di rimetterla in funzione. Il primo bando del Campidoglio, tra l’altro, è andato completamente deserto. Ora rilanciato, sempre dal Campidoglio, con una seconda selezione pubblica.

Al momento, però, il Centro Sportivo resta fermo – come si suol dire – a fare la ‘muffa‘. Inutilizzato. Con i giovani e giovanissimi della zona di Tor Sapienza, 700 circa in tutto, che non sanno dove fare attività sportiva. Tra l’altro, in un’area della città di Roma che di problemi ne ha già molti altri.
La gestione del Centro Sportivo Tor Sapienza di proprietà del Comune di Roma (un ex Punto Verde Qualità) di via degli Alberini si è trasformata in un intricato caso giudiziario che solleva interrogativi sul futuro delle concessioni sportive capitoline. Ma soprattutto sulla tutela del diritto allo sport di giovani e giovanissimi, oltrechè sulla valorizzazione degli impianti sportivi pubblici.
La vicenda, iniziata con una concessione comunale rilasciata a favore del privato nel 2021, ha visto contrapporsi un’associazione sportiva dilettantistica (ASD) di Tor Sapienza (accanto a cui si è schierato anche il Codacons) e il Comune di Roma.
Le mani del Campidoglio sul Centro Sportivo di Tor Sapienza: fermo a fare la ‘muffa’
Sullo sfondo vi sono varie questioni. A cominciare dalla principale: un presunto abuso edilizio (ossia spogliati istituiti dal concessionario dentro container mobili, visto che la struttura sportiva pubblica è sprovvista di locali appositi), il mancato prolungamento della concessione da parte del Comune di Roma a causa di questo presunto ‘abuso‘ e infine il crescente malcontento degli utenti, circa 700 iscritti.
Quei container ‘abusivi’ da cui è partito lo sgombero
In particolare, l’ASD Tor Sapienza aveva ottenuto la gestione dell’impianto sportivo pubblico del Comune di Roma con un accordo che prevedeva un prolungamento della concessione in base agli investimenti effettuati per la riqualificazione della struttura.
Forte di un ingente impegno economico, l’associazione aveva richiesto la proroga, vedendosi opporre un muro dal Comune. Il nodo cruciale del contendere, per l’appunto, era ed è rappresentato da presunte opere abusive (i ‘famosi’ container mobili, utilizzati come spogliatoi, che sarebbero stati rimossi dal concessionario, ma solo in ritardo) realizzate dall’ASD.
Ma contestate dall’amministrazione capitolina e municipale con tutte le loro forze e oggetto di un ordine di demolizione eseguita dal concessionario, ma in ritardo, almeno rispetto ai tempi fissati dal Campidoglio.
Giovani e giovanissimi privati di un Centro Sportivo da quasi un anno
La vicenda dell’impianto sportivo romano non è solo una questione legale e amministrativa, ma tocca un nervo scoperto per la comunità locale. La chiusura dell’impianto priva centinaia di giovani di uno spazio fondamentale per la pratica sportiva e la socializzazione. Resta da vedere come si evolverà la situazione giudiziaria e quali saranno le decisioni politiche che verranno prese, anche alla luce del bando bis ancora in pieno corso di svolgimento. L’obiettivo dovrebbe essere solo uno, certo. Trovare una soluzione che contemperi il rispetto della legalità con la tutela del diritto allo sport e la valorizzazione del patrimonio pubblico.
