Roma, il Comune assegna l’ex club dei vip Orange all’Asi del sottosegretario Barbaro: ma il ricorso al Tar del primo classificato rischia di invalidare tutto
Colpo grosso per l’Asi (Associazione sportive sociali italiane) che, in collaborazione con le società sportive dilettantistiche Aloha Ssd e Sistema Nuoto Ssd, si aggiudicano la gestione dell’ex Orange Futbolclub, la struttura sportiva di viale degli Olimpionici sui quali campi di calcetto, calciotto e padel si allenano anche tanti personaggi famosi.
L’Asi, ił cui presidente è il Senatore Claudio Barbaro (FdI), attuale sottosegretario di Stato al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica nel governo Meloni, si è infatti aggiudicata il bando della durata di ben 15 anni, risultando prima nella graduatoria pubblicata ieri.
Ma l’assegnazione è regolare? Da informazioni certe in nostro possesso, infatti, sulla vicenda pende un ricorso al Tar, presentato circa 10 giorni fa dalle due società – riunite in Ati – che sono arrivate prime nella graduatoria tecnica e che, nell’offerta economica, avrebbero pareggiato quella presentato dall’Asi.
Da chi è stato vinto il bando?
A partecipare alla gare sono 5 società: Tor Tre Teste, Due Ponti, Federazione italiana pesi, Asi e H2O Piscine insieme a Integra Onlus. E sono proprio queste due, che, unite in una Ati, riescono ad arrivare prime, grazie a un punteggio tecnico migliore delle altre società e a una proposta economica similare a quella della seconda arrivata, ovvero l’Asi.
Ma ecco il colpo di scena. Al momento dell’apertura delle buste amministrative le prime classificate in Ati vengono escluse, malgrado il differenziale tecnico. La motivazione è quella di un’anomalia sul Pef, ovvero sul piano economico finanziario presentato in gara che, secondo la commissione del Comune di Roma, presentava un’asseverazione non valida. Il Comune sostiene che deve essere fatto da un’istituto di credito o da una società certificata, mentre questo è asseverato da un commercialista autorizzato dal Ministero. E che l’asseverazione fatta da un commercialista sia valida lo ha già dichiarato in passato sia il Tar che l’Anac.
Il ricorso al Tar
Dopo l’esclusione, le due società hanno immediatamente presentato il ricorso al Tar del Lazio. E, ovviamente, anche la richiesta di accesso agli atti. Ma, malgrado il ricorso ancora in atto, ieri – a sorpresa – il Comune ha deciso lo stesso di pubblicare una graduatoria finale del bando che vede vincitore quello che in realtà è il secondo arrivato. Il rischio, dunque, è che il Tribunale ribalti la decisione del Comune. E a quel punto potrebbero esserci delle richieste di risarcimento danni da parte di qualcuno, qualora si siano già iniziati dei lavori.
L’intreccio tra sport e politica
La nuova gestione dell’ex Orange Futbolclub da parte dell’ASI porta alla luce le connessioni tra il mondo dello sport e quello della politica. L’ASI, nata nel 1994 su iniziativa di alcuni dirigenti fuoriusciti dal Centro Nazionale Sportivo Fiamma — ente storicamente vicino al MSI — è presieduta dal 2005 da Claudio Barbaro, come detto ora sottosegretario all’Ambiente del governo Meloni. Barbaro vanta una lunga carriera politica a destra, tra MSI, AN, FdI e Lega, ed è uno degli interlocutori principali della premier Giorgia Meloni per quanto riguarda lo sport.
Ma non solo: nell’Asi troviamo anche Alessandro Cochi, ex dirigente dell’associazione, ora componente della giunta. Come Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale prima e come Delegato allo Sport nello staff dell’assessore regionale Elena Palazzo poi, citano all’Asi, ha garantito grande sostegno dall’esterno all’Ente. E ora sembra essere candidato come presidente del Coni Lazio.
Dell’operazione “Orange” è molto soddisfatto l’assessore capitolino allo sport Alessandro Onorato, che non perde occasione per mettere in mostra i suoi risultati (anche se non tutti brillanti): da rumors pare infatti che l’assessore proveniente da Ostia voglia candidarsi a sindaco di Roma, facendo così le scarpe al suo compagno di partito e attuale Primo Cittadino Roberto Gualtieri.
Ma la cosa non sarebbe ben vista all’interno del partito, dove già si respira una brutta aria, con lotte sotterranee e tentativi di intese.
Orange Futbolclub, ma le cose stanno proprio come dice l’assessore?
La versione che i vari giornali danno ora della vicenda è quella di un “salvataggio”, con l’Asi che verserà 201mila euro l’anno per gestire l’impianto, contro i 120mila euro della base d’asta messi dal Comune. Un trionfo vantato proprio da Onorato, che ha parlato di “recupero della legalità” e di un un nuovo capitolo dopo anni di illegalità, abusi edilizi e una morosità che era la più alta tra tutti i crediti”. Ma le cose stanno veramente così?
A sentire il vecchio concessionario, non esattamente. L’impianto ha avuto un costo di realizzazione di oltre 9 milioni di euro, oltre la metà investiti dal precedente concessionario, Guido Tommasi. Se si pensa che molti punti verdi qualità che non hanno nemmeno mai aperto sono costati al Comune di Roma decine di milioni di euro e che – come riconosciuto dallo stesso assessorato presieduto da Onorato – ci sono decine di impianti morosi, abusivi, scaduti e revocati, risulta davvero difficile capire perché sia stato deciso di trattare in modo così “speciale” l’ex Orange Futbolclub.
Le parole del vecchio gestore
Perché, a guardare la vicenda nelle sue pieghe, durante la gestione precedente, erano state fatte diverse proposte – nessuna delle quali accettate – all’amministrazione capitolina. Proposte che probabilmente avrebbero potuto far recuperare al Comune i soldi investiti. E invece si è arrivati a cambiare gestore. Una scelta? Una necessità? Un obbligo? Di fatto non è stata data alcuna possibilità al vecchio gestore di ripristinare il rapporto, perdendo così, all’epoca, circa 100 posti di lavoro.
“Abbiamo avuto la notizia del nuovo affidamento dell’impianto che abbiamo costruito da zero circa 20 anni fa. È la prima buona notizia dopo tanto tempo, perché finalmente la struttura potrà riprendere vita. La decisione senza precedenti di riprendere l’impianto e gestirlo in proprio ha avuto un effetto disastroso per i lavoratori e per gli utenti. Dopo aver rifiutato (incomprensibilmente) ogni nostra proposta, il Comune poteva arrivare ad affidare l’impianto a un nuovo gestore in modo certamente migliore. Ben venga un nuovo gestore che probabilmente saprà fare meglio di noi”, ha dichiarato molto diplomaticamente Tommasi.