Roma, il coronavirus ha colpito anche Alberto Sordi….

alberto sordi

Il coronavirus ha colpito persino l’Albertone nazionale. La Fondazione Museo Alberto Sordi e la società C.O.R. organizzatrice degli eventi del Centenario Alberto Sordi 1920-2020 comunicano che, “in considerazione della situazione generale causata dal coronavirus, tenuto conto dei provvedimenti preannunciati dal Governo, hanno ritenuto di sospendere la cerimonia inaugurale e l’apertura previste per i prossimi 6 e 7 marzo. Alla luce di quanto sopra si comunicano le nuove date di apertura di Villa Sordi e della mostra del Centenario a oggi previste per il 2 e il 3 aprile prossimi”.

Quest’anno è il centenario della nascita di Alberto Sordi

Quest’anno, in giugno, come è noto, ricorre infatti il centenario della nascista del popolarissimo attore romano. E c’era davvero la necessità di ricordarlo, perc hé il nostro è un Paese che dimentica in fretta, troppo in fretta. Lo ha sottolineato pochi giorni fa l’attore e regista Luca Manfredi, figlio del grandissimo Nino. “Un recente sondaggio chiedeva ai giovani chi fosse il nostro Albertone nazionale. La maggior parte ha risposto uno sciatore (Alberto Tomba, ndr), altri un conduttore di documentari (Alberto Angela, ndr).

Alberto Sordi appartiene al patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, e questo patrimonio non può rischiare assolutamente di essere dimenticato”. Lo ha ribadito Luca Manfredi, figlio dell’indimenticabile Nino che, in un’intervista con l’Adnkronos, spiega cosa lo abbia spinto a realizzare per la Rai un film sul grandissimo interprete del cinema italiano.

Il film su di lui trasmesso dalla Rai il 21 aprile

Il film si intitola “permette? Alberto Sordi”. “Quest’anno cade il centenario della nascita di Sordi e abbiamo pensato di festeggiarlo con la Rai con un omaggio che racconta un giovane Sordi inetto e privato”, spiega Luca, che verrà trasmesso dalla Rai il prossimo 21 aprile, durante il Natale di Roma. “Quando quattro anni fa decisi di fare un film su mio padre – racconta Manfredi – lo feci perché mi ero accorto che quasi nessuno degli amici sedicenni di mio figlio lo conosceva. Così si rischia di dimenticare in pochi anni miti come Totò, Anna Magnani, Stanlio & Ollio. Siamo un paese che dimentica in fretta, non possiamo permetterlo”.