Roma, il falconiere della Lazio sfida Lotito vestito da gladiatore: “Morirò in piedi non in ginocchio”
Roma, Juan Bernabé, il celebre falconiere della Lazio, continua a far parlare di sé soprattutto grazie ai canali social. Dopo essere stato al centro negli ultimi giorni di una controversa vicenda seguita alla pubblicazione di foto e video della sua nuova protesi peniena che ha portato al suo licenziamento dal club biancoceleste, Bernabé non accenna a ritirarsi dalle scene. Ma rilancia la sua figura sui media di tutto il mondo: Europa, Usa e est Europa, dove è ormai una vera celebrità.
La sua ultima apparizione pubblica ha suscitato grande clamore: in un video pubblicato su Instagram nella tarda serata di venerdì 17 gennaio, il falconiere si è presentato vestito da gladiatore. Prima ha chiesto scusa alla società biancoceleste, poi elmo in testa e daga in mano ha proclamato con fermezza: “Io sono Juan Bernabé e io non mollo mai… e forza Lazio”.
Sul suo post Instagram scrive, inoltre: “Non mollare mai. Dopo essermi scusato, preferisco morire in piedi, piuttosto che in ginocchio“:
Il falconiere della Lazio sfida Lotito
La scena, avvenuta nel cuore del centro sportivo di Formello, dove Bernabé si trova ancora nonostante il provvedimento di allontanamento, è solo l’ultimo capitolo di una vicenda che mescola passione sportiva, ribellione e uno stile teatrale. Il falconiere, noto per essere il proprietario dell’aquila Olympia, simbolo della Lazio, ha deciso di rimanere saldo al suo posto, ignorando le polemiche e le conseguenze del suo comportamento.
Una protesta simbolica
Nel video, pubblicato poco prima delle 22 di venerdì, Bernabé alterna simboli e messaggi carichi di significato. Mostra la Bibbia, una foto di Giovanni Paolo II, Santa Rosa, e anelli raffiguranti il Colosseo e l’aquila, come a sottolineare la sacralità e l’importanza della sua missione. Inoltre, il filmato si apre con un omaggio al lottatore di arti marziali Alessio “Legionario” Sakara, di cui indossa la maglietta, richiamando l’idea di un guerriero che non si arrende.
Non mancano riferimenti storici e letterari. Bernabé cita il celebre discorso di Franklin Delano Roosevelt pronunciato alla Sorbona nel 1910, un testo che esalta il coraggio dell’uomo che lotta nell’arena, affrontando difficoltà e cadute ma senza mai arrendersi. Parole potenti, che il falconiere sembra aver fatto proprie nel suo duello personale contro il club capitolino.
Il contesto della controversia
La rottura tra Bernabé e la Lazio è avvenuta a seguito di un episodio che ha suscitato scalpore: la diffusione sui social di selfie intimi e immagini che hanno attirato l’attenzione pubblica. Questo evento, unito a una successiva operazione mediatica che ha visto il falconiere al centro di polemiche, ha spinto la dirigenza biancoceleste a optare per il licenziamento. Tuttavia, Bernabé non ha mai accettato la decisione e ha deciso di continuare a far valere le sue ragioni.
Il riferimento al coro della curva nord laziale, “Non mollare mai”, rappresenta il cuore della sua protesta. Una frase che sintetizza la sua determinazione a combattere contro ciò che considera un’ingiustizia, mantenendo viva la sua connessione con i tifosi e con lo spirito del club.
Un messaggio chiaro
L’immagine di Bernabé vestito da gladiatore è destinata a rimanere impressa nell’immaginario collettivo. La sua performance è una dichiarazione di lotta, un’insolita ma potente rappresentazione di un uomo deciso a difendere il proprio ruolo e il proprio onore. La vicenda, tra polemiche e simbolismi, continua ad alimentare il dibattito tra i tifosi e nell’ambiente sportivo.
Mentre il club resta in silenzio ufficiale, l’attenzione sul caso non accenna a diminuire. Bernabé, nel bene e nel male, ha trasformato la sua battaglia personale in uno spettacolo pubblico, attirando su di sé l’interesse di un vasto pubblico. Il futuro del falconiere e del simbolo biancoceleste Olympia è ancora incerto, ma una cosa è certa: Juan Bernabé non si arrenderà facilmente.