Roma, il ‘Giubileo degli accampamenti’: benvenuti nella Capitale del degrado (che costa carissimo ai cittadini) – FOTO

Nel 2025, anno del Giubileo, Roma si scontra con una realtà che smentisce il mito della “città più bella del mondo”. Oggi, tra turisti e pellegrini, si affiancano un numero sempre crescente di senzatetto, con circa 350 accampamenti sparsi in ogni angolo della Capitale. Da “Dolce vita” si è passati a un amaro boccone, che è quello che i romani devono ingoiare quando si ritrovano a camminare stando attenti a schivare non più gli escrementi canini ma quelli umani, oppure quando si ritrovano con i finestrini o il parabrezza rotto, colpito dai “soliti noti” che, con una mazza, vandalizzano le auto parcheggiate, a volte neanche per rubare all’interno, ma solo per il gusto di danneggiarle.
Tra i senzatetto ci sono anche tante brave persone, disperati che hanno bisogno di aiuto e per i quali è necessario prodigarsi. E non è certo a loro che ci riferiamo. Ma pure persone – tante, troppe – che non vogliono essere aiutate e che trovano nell’invisibilità della strada un rifugio per poter vivere nell’illegalità.

Accampamenti e degrado: il paradosso dell’accoglienza
Nel centro, in quartieri come l’Esquilino, lungo via Statilia sotto l’ex sede Inpdap, si respira un’aria di disperazione. Qui, gli accampamenti si trasformano in veri e propri rifugi precari, dove sacchi a pelo, materassi e montagne di rifiuti dipingono un quadro di degrado urbano che fa tremare i residenti. E poi ci sono i politici, che vengono a fare campagna elettorale, fingendo di non vedere le condizioni in cui è ridotta la zona.
Per non parlare di piazza Dante: i giardini, riaperti nel 2017 dopo 10 anni di chiusura, sono un tappeto di rifiuti, dove si possono notare anche borse e portafogli (ovviamente vuote), probabilmente rubati, svuotati e poi abbandonati. Stessa cosa nei vicini giardini di piazza Vittorio, riaperti nel 2020 dopo i lavori. E, a poca distanza, i problemi sorgono anche sotto i portici, dove il timore non è solo per la presenza di chi dorme in strada, ma per il pericolo reale di essere aggrediti.
“Ma il problema non è tanto il fatto che dormano in strada, anche se il degrado pesa eccome. Soprattutto quando vedi gente nuda nei giardinetti dei bambini”, commentano alcuni residenti. “Quello che più preoccupa è l’aver paura di circolare non appena fa buio. Il timore di essere accoltellati per una rapina da 10 euro. Il terrore di essere seguite, palpeggiate, violentate. Perché qui accade questo, non è fantascienza. Di giorno ci ritroviamo con il mercatino dell’illegalità in via Principe Amedeo, con stranieri che vendono merce rubata e pure droga, mentre chi dovrebbe vedere si volta dall’altra parte, perché tanto non c’è soluzione: anche se qualche volta li mandano via, tornano dopo pochi minuti, e tutto ricomincia. Lo sanno tutti, abbiamo fatto video e foto di quanto accade”.
Altri accampamenti si possono vedere sul Lungotevere Gassman, in zona Marconi, a poca distanza dal gazometro. “Questo è uno dei tanti ‘camping’ che abbiamo nel nostro Municipio”, segnala Marco Palma, Vice Presidente del Consiglio nel Municipio Roma XI.







Degrado e microcriminalità: una Roma che si auto-distrugge
Le problematiche non si limitano agli insediamenti abusivi. Via Bixio, chiusa da quattro anni, si trasforma di notte in una terra di nessuno dove bande si scontrano. Allo stesso modo, favelas emergono nei pressi della Stazione Termini e a San Lorenzo, mentre vicino allo stadio Olimpico e sotto il ponte Duca d’Aosta il degrado diventa il simbolo di una città in crisi. Nel quartiere di Primavalle si contano 26 insediamenti abusivi, e nel III Municipio addirittura 32. Le aree verdi parchi giochi, destinati ai bambini, sono spesso diventano un’estensione di questo degrado.
Nella centralissima Villa Borghese, a soli 20 metri dai giochi per bambini c’è un accampamento. “Ma la cosa più brutta è che defecano e urinano malgrado la presenza dei bambini”, mostra desolato Marco Mastro, di Dillo a Noi Roma, che da tempo gira per la città testimoniando sui social, attraverso foto e video, il degrado dei vari quartieri. “È intollerabile vedere una situazione simile. E non si tratta di razzismo. Non si può costringere i nostri figli a subire certe cose: giocare mentre qualcuno, accanto, si cala i pantaloni per fare i propri bisogni. Oppure vedere lo schifo che c’è in giro. Ma che esempio diamo?”
Degrado ovunque
Non va meglio nel Parco Roberto Almagià, in via Zenodossio a Torpignattara. “Che porcile, sembra una città della ex Jugoslavia, ma come fa la gente ad abituarsi a tanto schifo e fare vivere i propri figli in mezzo a tanto squallore?”, chiede Joseph. E mentre in tanti si chiedono dove sia il sindaco, Loredana suggerisce il ‘fai da te’, almeno per ridare dignità a un luogo destinato ai bambini. “È indegna e intollerabile una situazione del genere, al limite di un’epidemia in prossimità della bella stagione. C’è da tirarsi su le maniche tutti insieme guanti ramazze sacchi neri e ridare dignità a quel posto, affinché i bambini possano avere uno spazio e giocare…per la gioia di vederli insieme e farli divertire…ne varrebbe la pena. Tanto è risaputo che sarebbe tempo perso aspettare che arrivino a bonificare. Maledetti svergognati!”.


La doppia faccia dell’accoglienza: aiuto o abbandono?
Ma se da una parte si critica tutto questo degrado, dall’altra non si vuole ovviamente fare di tutta un’erba un fascio. Occorre aiutare chi non ha un alloggio e un lavoro, sempre che la persona abbia intenzione di essere aiutata. Il Comune di Roma ha tentato di attenuare il problema, almeno per l’anno giubilare, con un Piano straordinario che prevede l’acquisto di 9 tendostrutture per ospitare fragili, pellegrini e bisognosi, al costo stimato di circa 2,2 milioni di euro solo per le tende, oltre a 8 container temporanei per supporto psicologico e legale, costati invece altri 3,5 milioni di euro totali.
Ma la soluzione, per quanto costosa, appare temporanea. Dopo il Giubileo, cosa diventeranno queste tendopoli e i rifugi improvvisati? Molti temono che sia solo uno spreco di denaro, senza un vero rimedio al problema strutturale.
Numeri in aumento e sicurezza a rischio
La situazione, già critica, peggiora di anno in anno. A marzo 2024 si contavano 300 accampamenti, che ad agosto erano saliti a 340, e al centro di Roma la polizia locale ne ha individuati 125, di cui 12 nella zona Prati, area strategica meta dei pellegrini durante il Giubileo. Accanto al degrado, il problema della microcriminalità si fa sempre più pressante: borseggi, furti nelle auto con vetri spaccati e atti più gravi contribuiscono a una crescente insicurezza che colpisce quotidianamente i cittadini.
Roma, città storicamente nota per la sua bellezza e il suo spirito accogliente, rischia di trasformarsi in un luogo dove il disagio e l’insicurezza sono all’ordine del giorno. Le immagini di strade sporche, piazze invase e rifugi improvvisati sono un duro campanello d’allarme per i residenti e per chi viene da lontano in cerca di bellezza e cultura.
L’ultima novità: 100 euro per ogni posto letto a via Pier delle Vigne
A tutto questo, proprio oggi, si aggiunge la protesta dei cittadini di via Pier delle Vigne, portata avanti dal leghista Daniele Giannini, già Presidente del Municipio Aurelio-Boccea. “Il Comune di Roma – fa sapere – sta spendendo più di 800 mila euro per realizzare 8 postazioni per i senzatetto in un villino in via Pier delle Vigne. Si tratta di una struttura che i cittadini chiedevano di riconvertire, così come previsto da un lascito testamentario, per l’apertura di un asilo. Questa è una via molto piccola, piena di attività commerciali. Si tratta di un luogo poco adatto per realizzare una struttura come vuole il Comune. A costi esorbitanti: 100 mila euro per ogni posto letto”, tuona l’ex consigliere regionale.
“E infatti – conclude – l’iniziativa non è stata pubblicizzata dall’amministrazione comunale. Non c’è trasparenza né partecipazione dei cittadini, che non vogliono una situazione del genere, calata dall’alto”.