Roma, il preside permette i pantaloncini corti nella scuola: “Fa caldo”

Pantaloncini a scuola, grembiule
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C’è una scuola a Roma che, in controtendenza rispetto ad altre che continuano a bandire vestiti estivi, da metà aprile propone alle famiglie di eliminare il grembiule e di utilizzare i pantaloni corti. E lo fa in virtù del grande caldo provocato “dal cambiamento climatico“, ma anche e soprattutto per “il benessere degli studenti e delle studentesse“.

La circolare antiacido

A sancirlo con una circolare è la preside dell‘istituto comprensivo Via Marelli, sulla Casilina. In pratica gli alunni non devono essere svantaggiati rispetto al personale, visto che anche i docenti con la bella stagione cambiano abiti.

Il dirigente scolastico

A raccontarlo a Repubblica è Enrico Farda, il dirigente scolastico dell’istituto, a due passi dalla via Casilina e dalla fermata della linea C della metropolitana Grotte Celoni. A frequentarlo sono 1.011 alunni e alunne, divisi in 46 classi tra infanzia, primaria e secondaria. A loro, e alle famiglie, è dedicata la circolare pubblicata sul sito della scuola nei giorni scorsi, quella sull’”Abbigliamento estivo”. Anche qui minigonne, canottiere, top che scoprono la pancia, shorts e outfit da spiaggia sono banditi, ma rispetto a tante altre scuole dal 22 aprile è permesso togliere il grembiulino blu o bianco e, anche per le medie, usare i pantaloni corti al ginocchio. Una scelta, questa sull’abbigliamento estivo, concordata con le famiglie del territorio e condivisa dal consiglio d’istituto, racconta il preside.

L’idea

L’idea è nata per una oggettiva necessità: il caldo. E “io non posso fare nulla per climatizzare tutte le aule, non ho sufficienti risorse economiche. Quello che però è nei nostri poteri, in virtù dell’autonomia scolastica, è consentire a studenti e studentesse di venire a scuola più leggeri, seppur sempre nel rispetto dell’ambiente educativo“. E così è stato fatto dopo il coinvolgimento di tutti gli organi dell’istituto. “D’altronde anche i docenti e il personale si vestono più leggeri, per quale motivo gli alunni e le alunne dovrebbero essere gli unici penalizzati?”, si chiede il dirigente Farda.

I contrari

Non ovunque la pensano come lui. In un istituto comprensivo di Tor Pignattara, per esempio, la preside con una circolare ha «ritenuto doveroso» ricordare di «evitare di indossare» non solo «jeans esageratamente strappati» o «magliette scollate», ma anche «pantaloni corti». E lo stesso vale per le scuole superiori: la t-shirt va bene, ma le gambe devono rimanere coperte, anche se già a maggio si muore di caldo. Farda e il consiglio d’istituto hanno un’altra visione.

Allarme climatico

“Le regole — spiega ancora — devono fotografare il tempo in cui vengono redatte e il cambiamento climatico è un dato di fatto, anche se qualcuno lo mette in discussione. La scelta dei pantaloni corti va quindi di pari passo col benessere di tutti: la scuola è un luogo che accoglie e promuove il benessere e mettere ragazzi, ragazze e personale a loro agio rientra per noi nella sfera dei bisogni primari, come mangiare, bere, andare in bagno e altro”.