Roma, il sesso ai tempi del coronavirus (e della reclusione)
Il coronavirus rischia di cambiare anche le abitudini sessuali e sentimentali dei romani. Molti giornali hanno scritto di questo aspetto pruriginoso degli effetti della reclusione in casa. Ma il problema non riguarda solo gli amanti clandestini. Anche se qualche problema glielo avrà causato. Ci sono anche le coppie non conviventi, i fidanzati, gli amici. Ebbene, dando una rapida occhiata ai social, soprattutto nella nostra città, non possiamo non notare che i messaggi sono aumentati in modo esponenziale, molto più dei contagi del coronavirus. Molti periodici hanno invocato l’intervento di psicologi e psicoterapeuti per affrontare la mancanza di affetto e anche di sesso.
Il coronavirus limita ogni tipo di rapporto sentimentale
Sesso tra fidanzati e amanti, ma anche tra marito e moglie o conviventi. Il coronavirus, come ci hanno spiegato più volte, si trasmette per via aerea, e anche di più con sudore, saliva e quant’altro. Il metro e mezzo di distanza da tenere obbligatoriamente poi non aiuta, anche all’interno di una coppia stabile. Insomma, se ben interpretiamo le norme restrittive riguardo al contagio, è evidente che i rapporti sessuali in questo momento sono off limits. Per questo notiamo sui social un intensificarsi di messaggi, chiacchierate, di chat. “Speriamo di vederci presto”, è una delle frasi più gettonate.
Baci e abbracci off limits
A complicare la questione sentimentale c’è anche la proibizioni di baci, anche casti, abbracci, coccole varie, pacche sulle spalle. Tutto ciò potrebbe, dicono gli esperti sui social, anche compromettere seriamente la sfera affettiva di ciascuno di noi. Pensiamo solo a chi è single. Non solo non può avere rapporti ma neanche può cercare di fare nuove conoscenze, dato che non può neanche uscire. E allora, lo ribadiamo, sono i social che la fanno da protagonisti: dialoghi, consigli, complicità, lunghe telefonate o whattsappate. Tutto contribuisce a tenerci vivi. A Roma, poi, come in altre grandi città, c’è ormai il ritor pomeridiano del balcone, della canzone, della musica, a farci sentire parte di una comunità nella quale tutti si amano reciprocamente. Speriamo che duri anche dopo la fine dell’emergenza. Quel che ora rovina è il metro di distanza…