Roma, la famiglia di suor Paola contro il falconiere della Lazio: “Inopportuno usare il suo nome”

Roma, a sinistra suor Paola, a destra il falconiere della Lazio

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Roma, si accende la polemica a pochi giorni dal derby capitolino. Protagonista, suo malgrado, è Suor Paola, storica figura simbolo di fede e solidarietà per il popolo laziale. A scatenare la controversia è stato un videomessaggio pubblicato sui social da Juan Bernabé, ex falconiere della S.S. Lazio, che ha chiesto al presidente Claudio Lotito di far tornare a volare l’aquila Olympia in occasione della stracittadina contro la Roma. Ma a suscitare indignazione è stata la dedica proposta da Bernabé: quel volo, secondo lui, dovrebbe essere in memoria di Suor Paola.

Una proposta che non è piaciuta alla famiglia della religiosa né all’Associazione So.Spe., fondata dalla stessa suora. In una nota ufficiale, i familiari e i collaboratori hanno espresso «profondo disappunto» per quella che definiscono una «strumentalizzazione dolorosa e inopportuna» del nome della suora scomparsa a gennaio.

Una figura di Roma e del tifo sempre lontana dalle polemiche

La posizione della famiglia è netta: Suor Paola non può essere associata a polemiche, conflitti o rivendicazioni personali. La sua vita, ricordano, è stata interamente dedicata alla fede, alla solidarietà e al sostegno dei più fragili. Un esempio di impegno disinteressato e di unità, oggi minacciato da un uso ritenuto improprio della sua memoria.

«Il suo nome – si legge nella nota – rappresenta per la nostra famiglia e per la comunità un simbolo di amore verso gli altri e di impegno lontano da qualsiasi contrapposizione o interesse personale». Per questo, si chiede che il nome della religiosa non venga più coinvolto in dibattiti pubblici, men che meno in quelli legati al mondo del tifo o a dinamiche calcistiche. La richiesta è chiara: silenzio e rispetto.

Un’eredità spirituale da proteggere

Dalla Curva Nord dello stadio Olimpico della Lazio al cuore della città, il nome di Suor Paola è stato per anni un punto di riferimento morale. La religiosa ha saputo parlare a credenti e non, con una testimonianza di vita concreta fatta di azioni e presenza accanto agli ultimi. Il suo ultimo desiderio, realizzato poco prima dei funerali, è stato un ultimo saluto proprio sotto quella Curva a cui era tanto legata. Un momento commovente e solenne che, per la famiglia, deve restare intimo e sacro, non esposto a contese pubbliche.

L’intento dei familiari non è quello di censurare il ricordo, ma di tutelarne l’autenticità. «Il nome di Suor Paola merita di rimanere al di sopra di polemiche e divisioni», si legge nella chiusura del comunicato. Un appello al rispetto, rivolto soprattutto a chi la cita pubblicamente.

Referendum in arrivo: la città si prepara

Intanto Roma si prepara anche a una tornata referendaria di grande importanza. Il Comune ha indetto un referendum cittadino su diverse questioni cruciali per il futuro della Capitale, tra cui il potenziamento del trasporto pubblico, la gestione dei rifiuti e la riqualificazione urbana di alcune aree periferiche. Le urne saranno aperte a giugno, con una campagna informativa in partenza nelle prossime settimane.

Il voto è visto come un’occasione concreta per i cittadini di esprimersi su temi che toccano direttamente la qualità della vita nella città eterna. Dopo anni di dibattiti, il referendum arriva come risposta diretta alle istanze di partecipazione popolare emerse con forza negli ultimi mesi. I quesiti saranno pochi, ma centrali: mobilità sostenibile, servizi pubblici e tutela ambientale al centro della scena.

Tra memoria e futuro

Mentre la città si interroga sul proprio futuro, torna quindi centrale anche il valore della memoria condivisa. E la vicenda di Suor Paola, al di là delle polemiche, lo dimostra. Il suo ricordo resta vivo non solo tra i tifosi laziali, ma in una comunità intera che ne riconosce l’esempio. Un’eredità che, secondo la famiglia, va protetta da ogni forma di strumentalizzazione, proprio per poter continuare a ispirare le nuove generazioni.