Roma, ladra sempre incinta torna libera dopo 6 giorni (e 148 furti e borseggi): ‘Suo figlio ha solo 3 mesi’
Non c’è nulla da fare, il carcere non è cosa per Ana Zahirovic, la nomade croata di 31 anni domiciliata presso il campo nomadi di Castel Romano riconosciuta autrice di almeno 148 furti e borseggi. Malgrado l’arresto del 7 agosto che i carabinieri avevano provato a eseguire per farle scontare la pena complessiva 30 anni che aveva accumulato nei suoi 20 anni di (dis)onorata carriera, dopo appena 6 giorni tornerà libera. E non, questa volta, perché nuovamente incinta.
Ma perché il suo decimo figlio – nato a maggio di quest’anno – ha solo 3 mesi. E quindi, visto che i bambini non possono stare in carcere, ecco qui che il “cavillo” è stato trovato anche stavolta.
La strategia vincente
A trovare il modo di non farla stare in carcere per i 30 anni di accumulo delle pene il suo difensore, che subito dopo l’arresto aveva presentato istanza di scarcerazione. La motivazione del legale era che la donna, avendo un bambino di soli tre mesi, non poteva essere separata dal figlio. Bimbo che, dal canto suo, non poteva di certo andare in galera. E quindi la mamma doveva tornare a casa, ovvero nel campo rom di Castel Romano. Libera di muoversi come vuole. Anche di prendere la metro e di girare per il centro di Roma, indisturbata tra i turisti. Con quel che potrebbe conseguire, visti i precedenti della signora.
La ‘carriera’ della borseggiatrice
La donna può vantare una lunga carriera come borseggiatrice, iniziata in Lombardia nel 2004. Fino al 2014 la croata Ana Zahirovic ha agito principalmente a Milano, nei pressi della stazione. Furti compiuti con l’aiuto di complici, iniziati da bambina. Poi, nel 2015, il trasferimento a Roma. E che qui una scia interminabile di furti e borseggi. Nel curriculum risultano episodi di scippi e borseggi, ma anche di resistenza a pubblico ufficiale nelle stazioni metro. L’ultimo colpo accertato in via del Seminario, a pochi passi dal Pantheon, a luglio. Vittima un turista.
Dopo l’arresto del 6 agosto i militari speravano che giustizia sarebbe stata fatta. Ma la giustizia dovrà esprimersi e dire se, vista la presenza del bambino, la croata potrà tornare a casa e, invece del carcere, basterà un semplice obbligo di firma. Fino alla prossima gravidanza.