Roma ‘libera’ Malagrotta dai rifiuti ma li scarica su Pomezia: tremano le Tenute Solfatara e Decima Malafede
Roma ‘libera‘ Malagrotta dai rifiuti ma li scarica su Pomezia: tremano le Tenute Solfatara e Decima Malafede. Forse l’idea di ‘liberare’ Roma dai rifiuti e scaricarli su Pomezia (e le sue aree verdi di pregio) piace davvero a tutti. 256mila tonnellate di ‘nuovi’ rifiuti stanno per piovere su Pomezia, in arrivo da Roma, viste e considerate le quantità considerevoli di cui parliamo. Le due aree interessate ai due ‘nuovi’ impianti si trovano, per la precisione, a cavallo tra la Tenuta della Solfatara e la Tenuta di Decima Malafede. Il primo dei due impianti – quello davvero nuovo – sorgerà presto su un’area di particolare pregio naturalistico e paesaggistico, basta pensa ai due famosi laghetti che ci invidia mezzo mondo, tecnicamente sul territorio del comune di Roma, ma proprio sul confine di Pomezia, sulla Tenuta di Decima Malafede, a ridosso del Piccolo Canyon. Si tratta di un maxi biogas da 65mila tonnellate annue.
Roma ‘libera’ Malagrotta dai rifiuti ma li scarica su Pomezia
Sulle carte, si dichiara, si ‘promette’ e ‘giura’ che questo colossale biogas riceverà solo lombrichi: ma il sospetto – anzi, quasi la certezza con tutti i condizionali del caso – è che prima dell’avvio dell’impianto stesso, con la ‘classica’ variante sempre regionale, sarà destinato a trattare rifiuti umidi. Proprio quelli che la Capitale ha interesse a ‘sbolognarsi‘, perché puzzano anche a km di distanza. Si tratta dei rifiuti umidi, anche detti organici: avanzi alimentari, sfalci erbacei, etc etc. Il progetto di questo immenso biogas è stato presentato in Regione sotto la Giunta Zingaretti, ma l’ok definitivo è arrivato sotto la Giunta Rocca, il 24 gennaio 2024. Punto, a capo.
‘Tremano’ le Tenute Solfatara e Decima Malafede
Il secondo impianto per rifiuti già esiste, ma verrà ampliato nei pressi della Tenuta della Solfatara, area verde di valore assoluto situata sul/a ridosso della Riserva di Decima Malafede, tecnicamente sul territorio di Roma, ma a ridosso del comune di Pomezia. Altre 191mila tonnellate, sempre con l’ok della Giunta Rocca, stanno per ‘piovere’ sulla città con primo ok di settembre 2023, ultimo via libera/collaudo di ottobre 2024. In questo caso, si tratta dell’ampliamento di un impianto preesistente (Ecosystem) che verrà ampliato, giust’appunto, per ricevere e trattare rifiuti umidi: passerà dalle attuali 250mila alle 441mila tonnellate annue. Parliamo di rifiuti, per intenderci ancora meglio, che puzzano anche a centinaia e centinaia di metri, coi venti anche km di distanza. Totale? 191mila più 65mila uguale 256mila tonnellate di rifiuti soprattutto umidi, ma non solo.
Pomezia trasformata nella nuova Malagrotta?
“Due più due – per citare una presunta amante dello storico capitano giallorosso – fa sempre quattro”. Anche in questo caso, i conti tornano. Anche in questo caso, quindi, due impianti vista Pomezia. entrambi per trattare rifiuti umidi – tutte e due andranno a finire sotto il naso dei cittadini pometini, visto che la città si candida a divenire. Pomezia, come detto in apertura, sembra divenire sempre di più la sostituta ‘naturale’ di Malagrotta, almeno per la frazione umida dei rifiuti.
I cittadini di Pomezia hanno forse il naso turato?
Del resto, i residenti di Malagrotta si lamentano per le puzze. La domanda a questo punto sorge spontanea: i cittadini e residenti di Pomezia hanno il naso turato? Forse sì, considerando la facilità con cui la Regione Lazio (a guida centrodestra) ha concesso i due via libera. E poi anche la facilità con cui il Comune di Pomezia ha accettato, senza colpoferire, le due autorizzazioni. Difatti, nonostante i cittadini abbiano presentato un ricorso contro il biogas da 65mila tonnellate, non ci risulta che il Comune, guidato dal sindaco Felici, si sia costituito in giudizio, come dimostra una recente sentenza giudiziaria. Lo farà in secondo grado, al Consiglio di Stato? Presto lo sapremo.