Roma Lido, ritardi e caos. Ancora un inferno per utenti e pendolari
Una giornata dopo l’altra tra ritardi e caos. Senza che nulla cambi. Ogni volta è un inferno per i pendolari della Roma Lido, soprattutto da quando ha cambiato nome, ma non la sostanza. Infatti, dal primo luglio scorso, si chiama Metromare, ma la sostanza rimane quella. Nonostante il passaggio delle competenze dal Campidoglio alla Regione.
Giornata da inferno ieri sulla Roma Lido
Ieri, in particolare, è stata una giornata particolarmente concitata per i passeggeri della linea Roma Lido. Che in centinaia sono rimasti fermi in stazione. Con attese bibliche dai 35 minuti (casi migliori) ai 50 abbondanti. Corse soppresse, orari rimodulati, display che non coincidevano con gli arrivi. Insomma, un incubo addirittura peggiore del solito.
C’erano solamente 3 treni a coprire l’intera tratta, e così la circolazione è andata avanti con estrema lentezza. Nessuna traccia, ieri dei due convogli di riserva che avrebbero potuto e dovuto garantire il servizio a 22, 23 minuti, come riporta anche il Messaggero. O ritardi, o anticipi, in orario mai. Infatti, alcuni treni sono passati con qualche minuto di anticipo lasciando a piedi decine di passeggeri. Oltre al disservizio insomma, anche la beffa.
Da Atac a Cotral, stessi disservizi
A peggiorare ancora le cose, è stato il fatto che le attese infinite sono avvenute proprio nella fascia oraria di punta: tra le sette e le otto di mattina, e con soli due convogli hanno superato anche i cinquanta minuti, come detto.
Le cose cambiano insomma. Ma per rimanere sempre le stesse: la cosiddetta Metromare, va avanti a suon di disservizi. Dal passaggio, il 1° luglio scorso, da Atac a Astral Cotral, non sembra cambiato davvero nulla. Nuovo nome, stessi disagi quotidiani. A cominciare dalla disorganizzazione cronica e dalla mancanza di chiarezza. Come aveva più volte sottolineato il Comitato Pendolari: ”Tentano di mascherare l’assenza di treni sopprimendo alcune corse”. E la svolta spettata, almeno per ora continua a farsi attendere invano.