Roma, l’ospedale San Lucia incassa 11 milioni dal Governo, ma poi si ‘defila’ dalla Regione e vende a terzi

L'ingresso del Santa Lucia di Roma
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Roma, l ‘ospedale Santa Lucia situato sulla via Ardeatina 306/354, tra la Capitale, Pomezia e i Castelli Romani, è al centro di una grave crisi economico-occupazionale, ma non solo. La Regione Lazio ha espresso, in un recente comunicato stampa, forte preoccupazione per la decisione della proprietà di procedere alla vendita dell’Istituto sanitario privato, mettendo a rischio posti di lavoro, assistenza ai pazienti sul fronte sanitario e l’attività di ricerca che ha luogo all’interno dell’Istituto stesso.

Roma, l’ospedale San Lucia incassa 11 milioni dal Governo

La vicenda che coinvolge la Fondazione Santa Lucia si infittisce. Nonostante gli sforzi della Regione Lazio e del Governo per trovare una soluzione che garantisca la continuità dell’attività dell’istituto, la proprietà ha deciso di procedere con la vendita, avvalendosi del concordato semplificato.
“La nota inviata in data odierna ai dipendenti della fondazione – scrive la Regione nella sua nota – rappresenta uno schiaffo al gesto di attenzione ricevuto dal Governo. Incassati infatti gli oltre 11 milioni l’amministrazione ha comunicato di voler vendere l’azienda e di volersi avvalere del concordato semplificato e non fare richiesta dell’amministrazione straordinaria (pur riservandosi entro il mese di dare una risposta definitiva).

Ma poi si ‘defila’ dalla Regione e vende a terzi

Questa poca chiarezza e scarso rispetto istituzionale preoccupa, e la Regione ribadisce la richiesta alla proprietà di fare ricorso alla ammirazione straordinaria che è l’unico strumento che ha come fine, non solo il soddisfacimento dei creditori, ma anche la salvaguardia della strategicità dell’azienda tutelando al massimo i livelli occupazionali e la qualità sino ad oggi espressa“.

Questa scelta, secondo l’amministrazione regionale, è un duro colpo per i lavoratori, circa 800, e per i pazienti, che si trovano ora in una situazione di grande incertezza. La Regione Lazio ha più volte sottolineato l’importanza strategica del Santa Lucia e ha proposto un progetto che prevedeva la partecipazione di un soggetto privato no-profit, al fine di garantire la continuità assistenziale e la ricerca. Tuttavia, la decisione della proprietà di procedere con la vendita preclude questa possibilità. La Regione Lazio, infatti, non può partecipare a una gara d’appalto.

Le accuse della Regione Lazio

  • Mancato rispetto istituzionale. La Regione Lazio ha accusato la proprietà di non aver accolto gli appelli alla responsabilità e alla generosità, preferendo la strada della vendita.
  • Scarico delle colpe. La proprietà del Santa Lucia è stata accusata di scaricare le proprie responsabilità sulla Regione Lazio, sostenendo che la crisi economica dell’istituto sia dovuta alla mancata remunerazione delle prestazioni. L’amministrazione regionale ha smentito categoricamente questa affermazione, sottolineando di aver sempre corrisposto le tariffe nazionali.
  • Incertezza per lavoratori e pazienti. La procedura di vendita gestita dal tribunale non offre garanzie né sui livelli occupazionali né sull’assistenza ai pazienti.

La richiesta di amministrazione straordinaria

La Regione Lazio ha più volte sollecitato la proprietà a richiedere l’amministrazione straordinaria, l’unico strumento in grado di salvaguardare l’attività dell’istituto e i livelli occupazionali. Questa soluzione avrebbe consentito alla Regione Lazio di partecipare attivamente alla gestione del Santa Lucia, insieme a un soggetto privato no-profit.

Appello alla collaborazione:

La Regione Lazio ha rinnovato l’appello alla proprietà a collaborare al progetto no-profit, al fine di scongiurare la vendita del Santa Lucia e salvaguardare così l’integrità dell’istituto.