Roma, niente domiciliari al detenuto senza gamba e malato: morto in cella. La famiglia: “Vogliamo giustizia”

Roma, a sinistra l'insegna del carcere di Rebbibia, a destra, la struttura carceraria
Contenuti dell'articolo

Roma, Giuseppe Ruggieri, 66 anni, detenuto nel carcere di Rebibbia, è deceduto in cella dopo settimane di peggioramento delle sue condizioni di salute. Conosciuto come “Peppe lo zoppo”, Ruggieri soffriva di gravi patologie, oltre ad avere subito l’amputazione di una gamba. Nonostante la famiglia avesse richiesto più volte la concessione degli arresti domiciliari per l’incompatibilità con il regime carcerario, il tribunale ha respinto l’istanza. Il 17 settembre la richiesta definitiva viene rigettata, e meno di un mese dopo, il 12 ottobre, Ruggieri è morto.

Roma domiciliari negati a detenuto senza gamba e molto malato

L’uomo, originario di Tivoli, era stato arrestato lo scorso luglio per aggressione ai danni dell’ex compagna e del suo nuovo fidanzato. L’arresto era avvenuto dopo che Ruggieri, armato di taglierino, aveva attaccato la coppia, ferendo gravemente la donna al volto. Bloccato da un carabiniere fuori servizio, era stato medicato e poi trasferito a Rebibbia, dove è rimasto fino alla sua morte.

Il 66enne è morto in cella: lo Stato dice ‘no’ ai domiciliari

Fin dai primi giorni di detenzione, la famiglia di Ruggieri ha avanzato la richiesta di sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari, evidenziando le condizioni di salute precarie del detenuto. Oltre alla gamba amputata, Ruggieri soffriva di cirrosi epatica e altre gravi patologie che, secondo i familiari e il legale che li rappresenta, lo rendevano incompatibile con la detenzione in carcere.

Disposta perizia medica

Tuttavia, il tribunale ha disposto una perizia medica, che ha concluso che le cure a cui Ruggieri aveva accesso all’interno del carcere erano considerate “congrue e idonee”. Ritenendo il suo stato di salute compatibile con il regime carcerario. La decisione di mantenere Ruggieri in cella è stata confermata nonostante le segnalazioni del personale sanitario del carcere. Che aveva evidenziato la necessità di assistenza medica costante per il detenuto.

Nonostante ciò, le condizioni di Ruggieri hanno continuato a peggiorare nelle settimane successive. Il 16 settembre una nuova perizia medica del Tribunale ha nuovamente confermato la compatibilità delle cure, portando al respingimento definitivo della richiesta di arresti domiciliari il giorno successivo. Pochi giorni dopo, il 12 ottobre, Ruggieri è stato trovato privo di coscienza nella sua cella. I tentativi di rianimarlo sono durati oltre un’ora, ma senza successo.

La famiglia: “Vogliamo Giustizia”

Ora, la famiglia chiede giustizia. Il loro legale ha già depositato una denuncia e intende fare chiarezza su quanto accaduto. Accusando il sistema di aver trattato con superficialità la grave situazione clinica di Ruggieri. Nonostante i ripetuti solleciti e le evidenti difficoltà nel garantire un adeguato trattamento sanitario in carcere.