Roma, “nun CeStò”: niente cestini di Gualtieri sulla Togliatti, degrado e ‘fai da te’ (FOTO E VIDEO)

Rifiuti viale Palmiro Togliatti
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Dal Quarticciolo all’Alessandrino, percorrendo viale Palmiro Togliatti. Un tratto della lunga strada – ben 8 chilometri, per i quartieri Don Bosco, Prenestino-Centocelle, Alessandrino, Collatino, Tor Sapienza e Tor Cervara – che “taglia” la parte est di Roma. E che si caratterizza, purtroppo, per la presenza di autodemolitori a rischio incendio e, soprattutto di notte, di prostitute ogni 10 metri. Ma non solo. Ci sono anche degrado, rifiuti, erba alta nello spartitraffico. E spicca l’assenza dei cestini. Quei cestini, anzi, CeStò, tanto pubblicizzati da Gualtieri.

E, ricordiamolo, costati fior di soldoni. Tanto per fare i conti, i cestini tanto amati soprattutto dai gabbiani – chi può dimenticare il gabbiano che pasteggiava indisturbato prendendo i rifiuti tra le sbarre? – al punto da dover fare dei correttivi in corso d’opera, sono costati 10.929.935,82 euro. Più 80.000 euro per la pubblicità. Ma tant’è, pagano i cittadini, mica i gabbiani.

Viale Togliatti, discarica a cielo aperto

Eppure, malgrado gli oltre 11 milioni di euro spesi solo per i cestini, Marco Mastro di Dillo a Noi Roma ci mostra come in viale Palmiro Togliatti – come in tanti altri punti della Capitale – cestini non ce ne sono. In compenso si sono i rifiuti. Migliaia di bottiglie di birra, lattine varie, buste rotte, fazzoletti con contenuto che lasciamo all’immaginazione del lettore. E poi resti di cibo con cui pasteggiano topi e scarafaggi. E ancora accenni di accampamenti, giacigli buttati addosso agli alberi, formati da stracci, tra l’erba alta.

Tutto questo nello spartitraffico. Se ci sposta sui marciapiedi laterali, comunque, la situazione non cambia di molto. Alle fermate dei bus montagne di cicche di sigarette, bottiglie e lattine. E altri rifiuti. Ma qui qualcuno cerca di rimediare allo schifo e al degrado.

Rimedi fai da te

Nella zona ci sono infatti tante persone per bene, che provano a ribellarsi alla “morte” sociale del quartiere. E allora ecco che, alle fermate dei bus e sulle ringhiere di protezione, spuntano delle buste di plastica e, a terra, dei cartoni, dove gettare i rifiuti. Peccato che si riempiano subito. E nessuno passi a raccogliere. Così tutto ricomincia.

Sotto le panchine ci sono veri e propri “letti” di bottiglie e rifiuti, segno che gli operatori Ama da qui è parecchio che non passano. E che, ancor di più – a parte il fatto come dicevamo che non ci sono cestini o secchioni – nessuno controlla. Quindi ognuno si sente autorizzato a fare come vuole. Anche perché, in mezzo allo sporco, si continua a sporcare.

Coprifuoco notturno

Ma il problema non è solo la sporcizia. “La notte abbiamo paura a percorrere questa strada“, raccontano due adolescenti a Marco Mastro. “Ci sono risse in continuazione, soprattutto tra stranieri, è pericoloso. Si ubriacano e poi si picchiano. Il rischio è di venire coinvolti o di essere presi di mira. Oppure di essere infastidite o addirittura violentate. Meglio non rischiare e restare a casa”.

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40 giorni al Giubileo

Tra 40 giorni, il 24 dicembre, si aprirà la Porta Santa e avrà inizio il Giubileo. Potremmo iniziare un bel countdown. E, quel giorno, sparare dei bei fuochi d’artificio. Ma non con la polvere pirotecnica, bensì con i rifiuti, magari puntati verso il Campidoglio. Chissà che Gualtieri o chi per lui decida di dare un vero sguardo alla città e alle sue periferie. E a fare qualcosa di serio per ripulirla. Come aveva promesso in campagna elettorale e subito dopo, quando era stato appena eletto. E pure come aveva promesso a luglio del 2022. Il borgo del Trentino sta ancora aspettando di avere il suo emulo…