Roma Nuoto contro Gualtieri e Onorato sullo stadio Flaminio: “Faremo ricorso al Tar”. Lotito accelera


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La battaglia per il futuro dello Stadio Flaminio si infiamma. Da un lato, Claudio Lotito e la Lazio hanno presentato un dettagliato piano economico-finanziario per la riqualificazione dell’impianto. Dall’altro, il consorzio Roma Nuoto denuncia un improvviso stop alla propria proposta e minaccia un ricorso al Tar contro il Comune di Roma.

Il piano della Lazio

Claudio Lotito ha recentemente consegnato in Campidoglio il piano di fattibilità per la trasformazione dello storico impianto nel futuro stadio della Lazio. L’obiettivo è chiaro: ridare vita a una struttura ormai in stato di abbandono, rendendola la casa della squadra biancoceleste. Un’operazione che richiede il via libera dell’amministrazione capitolina, chiamata a valutare sia l’interesse pubblico del progetto sia la sostenibilità economica della proposta.

L’accelerazione di Lotito arriva in un momento cruciale, mentre il Campidoglio deve esprimersi su un altro progetto, quello presentato dalla Roma Nuoto. Quest’ultima, però, denuncia un’inspiegabile frenata nella procedura, dopo che l’iter sembrava ormai in fase avanzata.

La protesta della Roma Nuoto

Il consorzio Roma Nuoto, che da tempo lavora su un piano di riqualificazione del Flaminio, si dice pronto a ricorrere al Tar del Lazio contro il Comune di Roma. Il motivo? L’improvviso blocco dell’iter burocratico senza alcuna spiegazione ufficiale. A loro dire, ogni termine di legge per la dichiarazione di pubblico interesse sarebbe ormai scaduto, lasciando il progetto in un limbo amministrativo.

La Roma Nuoto ha già presentato un esposto all’Autorità Nazionale Anticorruzione, sollevando dubbi sulla gestione del dossier. Secondo il consorzio, il ritardo potrebbe essere collegato all’avanzata del progetto Lazio, creando un evidente squilibrio nella valutazione delle proposte. La richiesta è chiara: che il Comune si pronunci formalmente, rispettando le scadenze e garantendo trasparenza nell’assegnazione del Flaminio.

Il Comune e la valutazione parallela

L’ultima dichiarazione ufficiale dell’amministrazione capitolina risale a gennaio, quando l’assessore allo Sport, Alessandro Onorato, aveva giustificato la sospensione dell’iter Roma Nuoto con la necessità di verificare la sostenibilità economico-finanziaria della proposta. La conferenza dei servizi preliminare si è conclusa positivamente, ma il Comune non ha ancora completato la valutazione finale.

Ora, con due progetti sul tavolo, l’iter prevede una valutazione parallela. Se entrambi riceveranno un esito positivo, la decisione finale spetterà all’Assemblea Capitolina, che dovrà esprimersi sulla soluzione più vantaggiosa per la città. Una scelta che si preannuncia tutt’altro che semplice, considerando la forte pressione politica e le divergenze tra i proponenti.

Il progetto Roma Nuoto

La proposta della Roma Nuoto prevede una trasformazione radicale dello Stadio Flaminio. L’idea è quella di realizzare un impianto da 7.000 posti con una pista di hockey sotterranea, negozi, una piscina e campi da padel. Un piano ambizioso che punta a un utilizzo polifunzionale della struttura, restituendola alla cittadinanza con un forte accento su sport e attività ricreative.

Tuttavia, resta il nodo dell’interesse pubblico. L’amministrazione dovrà stabilire se un progetto di questo tipo sia realmente la scelta migliore per il Flaminio, soprattutto a fronte della proposta della Lazio, che mira a riportare il calcio professionistico in uno degli stadi simbolo della Capitale.

Una decisione cruciale per il futuro del Flaminio

La partita sul futuro del Flaminio è ancora aperta. Da un lato, la Lazio spinge per un’accelerazione dell’iter, forte del sostegno della sua base tifosa e di una proposta economicamente strutturata. Dall’altro, la Roma Nuoto rivendica il diritto a una valutazione equa del proprio progetto e minaccia azioni legali per tutelare i propri interessi.

Il Comune, intanto, si trova al centro di una delicata decisione. La scelta finale dovrà bilanciare interessi sportivi, economici e urbanistici, senza trascurare il valore storico e architettonico dell’impianto progettato da Pier Luigi Nervi. Nei prossimi mesi, la discussione entrerà nel vivo e l’Assemblea Capitolina sarà chiamata a prendere una decisione che potrebbe cambiare il volto del Flaminio per i decenni a venire.