Roma, omicidio Diabolik: la figlia in Tribunale svela i legami del padre coi boss
Roma, nell’aula bunker di Rebibbia, Giorgia Piscitelli ha rievocato con dolore il drammatico momento in cui ha scoperto la morte del padre, Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik. L’uomo, assassinato il 7 agosto 2019 con un colpo di pistola alla testa nel parco degli Acquedotti, è al centro di un’inchiesta che coinvolge figure di spicco della criminalità romana, tra cui Michele Senese e Alessandro Capriotti, entrambi indagati per l’omicidio.
Durante la sua testimonianza, Giorgia ha raccontato il momento in cui ha appreso della tragedia: “Il 7 agosto non ero a Roma. Quando ho acceso il telefono, ho trovato tantissimi messaggi e chiamate. Non potevo immaginare che mio padre fosse stato assassinato. Sono corsa al parco degli Acquedotti e l’ho visto su una barella”, ha dichiarato, visibilmente commossa.
Roma, omicidio Diabolik: la figlia in Tribunale
Le indagini hanno fatto emergere una fitta rete di contatti e tensioni tra la famiglia Piscitelli e i Senese, un legame complesso che Giorgia ha cercato di chiarire durante la sua deposizione. “Non sentivamo frequentemente la famiglia Senese, ma li conoscevamo bene, così come mio padre, che aveva un affetto profondo nei loro confronti“, ha spiegato. Tuttavia, secondo gli inquirenti, Fabrizio Piscitelli avrebbe sviluppato un forte risentimento verso i Senese, in particolare nei confronti di Angelo Senese, fratello di Michele, nell’ultimo anno di vita.
Emergono anche dettagli sulle voci circolate a Roma riguardo a un incontro tra Diabolik e Alessandro Capriotti poco prima dell’omicidio. “Non sapevo perché fosse andato lì, ma si diceva che avesse un appuntamento con Capriotti”, ha riferito Giorgia, sottolineando di non ricordare chi le avesse parlato di tale incontro.
Svelati in Tribunale i legami del padre coi boss
Il clima di tensione attorno alla vicenda non si è limitato alla sola morte di Piscitelli. Giorgia ha ricordato un incontro, avvenuto a settembre 2019, con la compagna di Capriotti, che ha scatenato una forte reazione emotiva. “Le abbiamo urlato contro, chiamandola ‘assassina‘, a causa delle voci sull’appuntamento”, ha dichiarato, evidenziando l’atmosfera di sospetti e accuse che circolava in città dopo l’omicidio.
Le parole della difesa
In aula, la difesa ha sottolineato alcuni aspetti rilevanti della testimonianza di Giorgia Piscitelli. L’avvocato Eleonora Nicla Moiraghi, difensore dell’imputato Raul Esteban Calderon, ha messo in evidenza come dalle parole della figlia di Diabolik emerga che lei non avesse sospetti su potenziali pericoli per la vita del padre. “Questo certifica l’assenza di quella che poteva essere una guerra tra fazioni rivali”, ha dichiarato l’avvocato Moiraghi.