Roma, orrore al canile Muratella: Kira sbranata nel box dove doveva essere al sicuro

Roma, Kira canile Muratella

Una tragedia assurda, evitabile. Kira, pitbull marrone sequestrata per maltrattamenti, è stata ritrovata morta il 27 marzo 2025, dilaniata dal cane con cui divideva il box nel canile comunale di Muratella, a Roma. Era entrata nella struttura poche settimane prima, il 5 marzo, insieme ad altri due cani, dopo un sequestro effettuato in zona Ponte Galeria. Era denutrita, spaventata, in condizioni fisiche precarie. Ma quello che doveva essere un luogo di cura e recupero è diventato la scena del suo ultimo incubo.

ENPA è stata la prima a denunciare pubblicamente l’accaduto, parlando di un episodio che non può essere archiviato come semplice “incidente”. Secondo l’associazione, sul box era chiaramente affissa una scheda con la prescrizione di separare i due cani durante i pasti. Un’indicazione che, se fosse stata rispettata, avrebbe forse evitato la tragedia.

Bufera social sul canile Muratella: “Giustizia per Kira”

Anche Animalisti Italiani sono intervenuti con una dura nota su Facebook. “Come è stato possibile – scrivono – che due animali sequestrati per maltrattamenti e in stato di salute fragile siano stati messi insieme senza le necessarie precauzioni?”. La domanda è diretta e pretende risposte. Il 28 marzo l’associazione ha inviato una richiesta formale di chiarimenti sia al Dirigente del Canile Muratella che al Dipartimento Ambiente del Comune di Roma, per fare luce sulla gestione del caso.

Kira è morta dopo essere stata portata d’urgenza in clinica, ma le ferite erano troppo gravi. Il cane maschio, intero, con cui divideva il box, l’ha attaccata e sbranata. Eppure, nel contesto domestico da cui provenivano, i due non vivevano insieme. Lo confermano i volontari che hanno seguito il sequestro: “Erano tenuti separati, in recinti diversi e fatiscenti. Questo era noto anche al canile”.

Ora le associazioni chiedono giustizia per Kira. Chiedono che non venga dimenticata come una delle tante “vittime silenziose” di una gestione pubblica che avrebbe il dovere di proteggere, non di esporre a nuovi pericoli. Non si chiede vendetta, ma verità, trasparenza e responsabilità.