Roma oscura: crimini, demoni e i misteri del Pantheon

Pantheon Roma

Il Pantheon, situato nel cuore della Capitale, è uno dei monumenti più iconici e ben conservati dell’antica Roma. Costruito originariamente nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, il genero di Augusto, fu ricostruito dall’imperatore Adriano intorno al 120 d.C. dopo un incendio che lo aveva danneggiato. Il nome “Pantheon” deriva dal greco e significa “tempio di tutti gli dei”, riflettendo il suo originario scopo religioso.

La struttura colpisce per la sua imponente cupola emisferica con un oculo centrale, il più grande del mondo antico, che permette alla luce di illuminare l’interno. Dal VII secolo, il Pantheon fu trasformato in una chiesa cristiana, conosciuta come Santa Maria ad Martyres, il che ha contribuito a preservarne l’integrità architettonica nel corso dei secoli. Oggi il Pantheon è anche il luogo di sepoltura di illustri personaggi come Raffaello e i re d’Italia Vittorio Emanuele II e Umberto I. L’affascinante struttura è anche al centro di numerose storie e leggende.

Il lato oscuro del Pantheon di Roma: tra leggende e misteri

La sua imponente cupola con l’oculus al centro, chiamato anche “occhio“, non è solo un capolavoro di ingegneria, ma è diventato anche un elemento carico di simbolismo e racconti popolari. Una delle leggende più affascinanti è legata alla consacrazione dell’edificio come chiesa cristiana nel 609 d.C. Durante la cerimonia, quando vennero trasportate le reliquie dei martiri dalle catacombe, si dice che al canto del Gloria in Excelsis i demoni, spaventati dalla sacralità del rito, si siano levati in volo e siano fuggiti dall’oculus del Pantheon, terrorizzati​.

Oltre alla fuga dei demoni, altre storie misteriose circondano il Pantheon. Una delle più note è quella del mago Pietro Bailardo, che secondo la tradizione avrebbe cercato di rifugiarsi nel Pantheon per sfuggire a un patto stretto con il Diavolo. Satana, furioso, avrebbe girato intorno all’edificio creando il fossato che ancora oggi si nota attorno al monumento. Questa leggenda, di origine medievale, contribuisce a rendere il Pantheon un luogo dal fascino sinistro e intrigante​.

Cupola del Pantheon Roma
Cupola del Pantheon, Roma – www.7colli.it

La storia della coppia di norcini accusata di cannibalismo

Nel XVII secolo, questa piazza era frequentata da ubriaconi e malviventi, ospitando numerosi locali e botteghe. Una bottega in particolare – gestita da una coppia di esperti norcini – si distinse per la sua specialità: le famose salsicce di Norcia. Si trovava proprio di fronte al Pantheon. Le loro salsicce di Norcia erano rinomate per il sapore ineguagliabile e venivano lodate da molti clienti.

Tuttavia, con il passare del tempo, si diffuse la voce che la carne utilizzata per produrle non fosse solo di maiale. Secondo le dicerie, i norcini sceglievano attentamente alcune vittime tra i loro clienti, soprattutto persone sole o sospette. Le attiravano nei sotterranei della loro bottega e, una volta uccise a bastonate, mescolavano le loro carni a quelle suine per creare i famosi salumi​.

Queste voci spinsero Papa Urbano VIII a ordinare un’indagine che portò all’arresto della coppia nel 1637. Dopo un processo, i due furono dichiarati colpevoli e giustiziati in modo brutale: sgozzati e squartati pubblicamente nella Piazza della Rotonda. La condanna esemplare voleva essere un chiaro avvertimento per tutta la popolazione. La macabra vicenda è rimasta impressa nella memoria collettiva dei romani, tanto da generare un detto popolare per indicare una morte violenta: “Ha fatto a fine de’ norcini da’ Rotonna”.

Questa storia, insieme alle leggende sui demoni e ai misteri dell’oculus, contribuisce a rendere il Pantheon un luogo carico di fascino e di racconti inquietanti.