Roma, pestaggio mortale a Monti: pene ridotte per gli aggressori del musicista 29enne Alberto Bonanni

Alberto Bonanni

Lo avevano picchiato a sangue. Talmente forte che lui, Alberto Bonanni, il musicista 29enne aggredito per difendere un collega che “suonava troppo forte”, era morto dopo 3 anni di coma. Il pestaggio risale al il 26 giugno del 2011 nel rione Monti, a Roma. E poi Alberto Bonanni, chitarrista, una vita dedicata al rock, era morto nel 2014, senza poter più coronare i suoi sogni fatti di musica. 

E ora i suoi aggressori vedono la loro pena ridotta. Dopo il rinvio della Cassazione, la Corte di Assise d’Appello ha ridotto le condanne per i quattro aggressori di Alberto Bonanni. Le pene passano da 14 a 11 anni e 8 mesi per Carmine D’Alise, Christian Perozzi e Gaetano Brian Bottigliero, mentre Massimiliano Di Perna vedrà la sua condanna ridotta a 9 anni e 8 mesi. Una decisione che pesa come un macigno sulla memoria di Alberto, morto dopo oltre 3 anni dal pestaggio, senza mai riprendersi da quella violenza assurda.

Il pestaggio nel rione Monti

Quel fatidico 26 giugno 2011, nel cuore del rione MontiAlberto Bonanni si trovava insieme ad amici, quando un’aggressione violenta, nata dal tentativo di difendere un collega accusato di “suonare troppo forte”, si trasformò in un pestaggio crudele e insensato. I colpi ricevuti furono così devastanti da trascinarlo in un coma che, tre anni e mezzo dopo, lo portò al decesso. Oggi la Corte di Assise d’Appello ha ridotto le condanne: per alcuni imputati da 14 a 11 anni e 8 mesi, e per un altro a 9 anni e 8 mesi. Nonostante l’accusa di omicidio volontario resti inalterata, la giustizia sembra aver scelto un approccio più mite nei confronti dei responsabili.

Chi era Alberto Bonanni, una vita per la musica

La storia di Alberto Bonanni è quella di un’anima interamente dedicata alla musica. Nato a Roviano, in provincia di Roma, fin da giovane si era innamorato del rock e della magia della chitarra, ispirato dai grandi come Deep Purple, Led Zeppelin, Pink Floyd e, naturalmente, Jimi Hendrix. La sua passione lo aveva portato a frequentare il Saint Louis, una scuola di musica nel cuore di Monti, dove aveva affinato le sue abilità e coltivato il suo sogno.

La carriera di Alberto si è snodata tra club e festival, passando per band come Birkenau, N.a.v.e. e Maelstrom, con cui ha vinto importanti competizioni e condivise il palco con nomi di rilievo. Con la sua band, The Bonanni Experience, ha raggiunto anche traguardi internazionali, esibendosi in eventi di prestigio e lasciando un segno indelebile nel panorama musicale. Sul suo MySpace, tra canzoni e video delle sue esibizioni live, si poteva leggere una frase che oggi risuona con forza: «A volte si creano nemici senza volerlo e saperlo… semplicemente con l’essere sé stessi».