Roma, piazza San Giovanni non piace ai residenti: “15 milioni per mettere cemento e pozzanghere” (FOTO)

piazza San Giovanni
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“Nuova” piazza San Giovanni a Roma. C’è chi applaude e chi storce il naso. Quando, grazie a ben 15 milioni di fondi giubilari, sabato 28 novembre la piazza è stata inaugurata in pompa magna. Un evento carico di aspettative che ha visto la partecipazione di personalità di spicco: il sindaco Roberto Gualtieri, monsignor Rino Fisichella, il cardinale vicario Baldassarre Reina, l’assessora ai Lavori Pubblici Ornella Segnalini e la soprintendente speciale Daniela Porro. Ma quello che doveva essere un simbolo di rinascita per il Giubileo 2025 ha già acceso polemiche.

La ‘nuova” piazza San Giovanni

La nuova Piazza San Giovanni si presenta con cerchi concentricifontane a raso illuminate, un mix di pratisanpietrini e lastre in pietra. Un progetto ambizioso che punta a rendere più accogliente uno spazio iconico, ma che non ha convinto tutti. I lavori, ancora in corso, sono all’85% e dovrebbero concludersi entro il primo trimestre del 2025. Nonostante l’apertura, la pavimentazione e alcune aree verdi sono ancora incomplete.

Con un costo complessivo di 15 milioni di euro, finanziati con fondi giubilari, l’intervento copre 18mila metri quadri e si ispira ai motivi cosmateschi della Basilica. Tra le novità più discusse, le dodici fontane a raso, pensate per offrire un effetto scenografico ma percepite da molti come troppo semplici e poco in linea con il contesto storico.

Fontane minimal o “pozze insignificanti”?

E già sulle fontane è nata qualche polemica. A qualcuno sono piaciute, ad altri meno. Soprattutto vista la spesa. Ed ecco la critica feroce di una collega, Sabrina Fantauzzi, che si appella alla storia.

“Roma è la città delle fontane. Nessuno pretende che le nuove possano eguagliare per bellezza e genialità quelle del Bernini (padre e figlio) o di Salvi (Fontana di Trevi). Ma comprendere quale sia stata la ratio di costruire nuove fontane così minimal, al punto da eliminare qualsiasi ornamento estetico, fino a ridurre la vasca a un cerchio rasoterra, è qualcosa di impossibile. Non siamo in Giappone, che attorno al vuoto ha costruito una filosofia, e a cascata (è proprio il caso di dirlo) un’estetica! Siamo a Roma, nella città generatrice della fontana, forma architettonica e artistica che ha attraversato tutte le epoche della sua vita bimillemaria. Ecco, io credo che ci voglia un senso di profondo disprezzo e una demoniaca volontà di sfregiare il genius loci per fare orrori del genere. Le fontane non svolgono solo funzioni sociali (e già capirlo sarebbe importante) ma rappresentano ‘qualcosa’. 

Su quel qualcosa sovraintende l’arte di costruire fontane che si esprime con la creatività del genio, la bellezza del manufatto, l’originalità del materiale, l’armonia della forma, e infine la magia del suono acqueo o del frastuono (come quello della Fontana di Trevi), dello spruzzo, del gocciolamento, o del rivolo. La fontana è un’opera d’arte a servizio dell’acqua, l’elemento sacro e primordiale grazie al quale- e attorno al quale-si è formata la civiltà, tutte le civiltà. Roma non sarebbe mai nata se non ci fosse stato il Tevere. E noi che facciamo? Noi cresciuti attorno alla Fontana dei 4 Fiumi a Piazza Navona, alla Fontana delle Tartarughe, delle Naiadi, noi che pure per l’uso pubblico abbiamo fontanelle icone, gli stra-amati ‘nasoni’, noi che siamo costretti vedere? Due cerchi e 4 pozzanghere… Il bello è che le chiamano fontane…”

Pavimentazione sotto accusa

Si passa poi alla pavimentazione, ma non solo. Se il giorno stesso dell’inaugurazione, presi dall’entusiasmo, qualche cittadino ha dichiarato “Bello, sembra tutto più ampio, mi piace”, in seguito ecco l’occhio critico dei residenti. Come Giancarlo Bufacchi, che è andato a guardare nel dettaglio dei lavori.

“La basilica nel tempo ha ricevuto cure e attenti rifacimenti. Una lieve pecca c’era nella scadente sistemazione del piazzale antistante. Ora si poteva provvedere grazie al Giubileo. Il risultato, purtroppo, è pessimo. Mi spiego: il disegno della pavimentazione ha una sua motivazione, ma è stato montato in maniera talmente sciatta da provocare delusione e avvilimento. Se si sta attenti, ci si rende conto con quanta approssimazione sono stati posati i listoni e le piastre di travertino (all’apparenza scadente).

Nessuna simmetria nelle vie di fuga, spazi diseguali, incongruità di taglio nelle parti curve. Pessimo anche il tratto a selciato. Mi aspettavo la classica posatura a curve. Nemmeno per sogno. Selci in file dritte troppo distanti tra di loro. Quando sono andato a fotografare le fontane a zampilli erano ferme e ridotte a pozze insignificanti. Male anche l’asportazione delle panche in travertino, che servivano a far riposare i pellegrini stanchi. Si è detto molto della nuova illuminazione ma questa – possiamo vedere le foto di prima e dopo – non sembra essere cambiata. Non infierisco sugli inserti di prato a nastro. Dopo il prossimo Concertone avremo dissesto di pavimentazione e distruzione del prato”. 

Ai residenti la piazza non piace

Ma a non amare la nuova piazza non sono solo due voci fuori dal coro. Il Comitato San Giovanni di via La Spezia, storica associazione di residenti del quartiere, è dello stesso avviso e protesta per l’intervento giubilare. “Roma non ha bisogno di stravolgimenti, ma soltanto di quella manutenzione mancata per troppo tempo. Non a caso le due storiche aree verdi davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano erano ridotte a una landa di terriccio e polvere ad uso dei cani. Oggi, però, aver snaturato la zona antistante la basilica, installando delle strisce di verde che, ne siamo certi, diventeranno terra e sporcizia, non solo è un atto illogico, ma profanatore di una delle più belle e storiche piazze religiose e sociali di Roma”.

“Ci dicono che l’intervento sia parziale, e ci sarebbe da chiedersi perché, visto che siamo in pieno giubileo”, continuano dal Comitato. “Di fatto, però, sono sparite tutte le panchine di pietra dalla piazza, sottraendole quello storico ruolo di aggregazione per i cittadini della zona e non solo. Inoltre è stato ridotto il verde e accresciuto il cemento, sono visibili numerose imperfezioni e le tanto decantate fontanelle sono ferme, dopo la figuraccia rimediata all’inaugurazione quando si è tutto allagato. Ancora: se un camion ha provocato crepe, c’è da chiedersi cosa succederà con i prossimi eventi. Si è facili profeti a prevedere che, con il tempo, tutto peggiorerà ancora. Qui la politica non c’entra, è solo quell’amore verso il nostro quartiere che ci ha spinto anni fa a dar vita ad un comitato molto partecipato e oggi a rendere pubbliche le nostre lamentele per 15 milioni di euro pubblici impiegati in modo molto discutibile”.